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Cronaca

Disco Inferno

I titolari delle discoteche toscane ferme da 106 giorni si mobilitano e si uniscono alla protesta nazionale di Confcommercio per chiedere al governo una data di riapertura

Non vedono ancora la fine del loro 'lockdown professionale' i titolari dei locali da ballo, un comparto che in Italia conta 4 miliardi di fatturato, 2.500 aziende, 100.000 lavoratori e che è fermo da 106 giorni.

E dopo oltre 3 mesi di chiusura e silenzio ininterrotti, ora gli imprenditori dell’intrattenimento prendono la parola e 'tirano in ballo' il Governo, chiedendo di poter lavorare, di "tornare a far divertire la gente con responsabilità e sicurezza come sempre abbiamo fatto, perché mentre le città, i negozi e i luoghi della socialità ritornano a popolarsi con il necessario senso di responsabilità e nel rispetto delle norme di sicurezza, nelle discoteche e nelle sale da ballo rimane il buio".

“Noi non siamo la movida, siamo imprenditori - dichiara Alessandro Trolese, presidente Silb-Confcommercio Toscana -. Ed è dagli anni '70 che nelle nostre aziende si fanno i conti con le regole di capienza".

"Come tutti gli imprenditori, e forse anche più di altre categorie, seguiamo protocolli seri e rispettosi delle ordinanze e della salute pubblica, per garantire la sicurezza del pubblico e dei lavoratori - prosegue Trolese -. Per questo, forti del senso di responsabilità che da sempre distingue noi imprenditori di Silb , chiediamo al Governo una data di riapertura in condizioni economicamente sostenibili”.

Il messaggio lanciato dagli imprenditori del divertimento è chiaro: riaprono i teatri, i cinema, gli stabilimenti balneari, i musei. "Perché allora non riaprire anche i locali da ballo, perfettamente in grado di far osservare, molto più di una festa improvvisata in spiaggia o in casa, le precauzioni previste per garantire la sicurezza pubblica?".

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