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Cronaca

Stupro di gruppo alla Fortezza ieri il racconto di una testimone

Una testimone ha raccontato come le si rivolsero i presunti violentatori della Fortezza da Basso: "Che sei della lega antistupro? Lasciaci in pace, fatti i c... tuoi". Dalle foto la teste non ha però riconosciuto nessuno

Ieri mattina, nell’aula bunker del tribunale di Firenze, si è tenuta l’ennesima udienza del processo contro sette giovani accusati di aver stuprato una ragazza nel luglio del 2008. Ieri è stata ascoltata la testimonianza della ragazza che quella sera, alla Fortezza, tentò di proteggere la vittima dal "branco"; invano, perché fu allontanata a male parole.  “La sorreggevano in due, altri cinque la toccavano, lei barcollava, si vedeva che non stava bene ma non so dire se l'avevano fatta ubriacare o altro” – ha raccontato rispondendo alle domande del giudice Francesco Gratteri, del Pm Pietro Suchan e degli avvocati. La testimone, che pochi giorni dopo il fatto si mise in contatto con l’avvocato della vittima e collaborò alle indagini, ha poi così continuato: “Quella sera ero alla Fortezza con miei amici, ad un certo punto della serata mi raccontarono che c'era un gruppo anomalo, di gente che non conoscevamo: una sola ragazza e molti maschi con lei che le alzavano la gonna in pubblico, la baciavano a turno ovunque, la palpavano. I miei amici mi dissero che avevano visto dare da bere più volte a questa ragazza e che l'avevano messa sul 'toro meccanico' 'dando spettacolo”.

Una volta uscita dalla Fortezza, però alla teste le cose non erano chiare, sentiva che qualcosa non andava in quella situazione. Così, una volta chiesto dove si fosse diretto quel gruppetto, li inseguì nel posteggio. “La vittima – ha continuato la teste – era sorretta da due amici, mentre altri la palpeggiavano, uno le leccava il volto. Volevo capire che situazione fosse, se c'era bisogno di aiuto. Mi sono avvicinata e ho chiesto alla ragazza se stesse bene, se voleva essere accompagnata a casa, se avesse bisogno”. I ragazzi del branco però risposero rabbiosi, uno le disse: “Che sei della lega antistupro? Lasciaci in pace, fatti i c... tuoi” come ha affermato durante l’udienza la teste.
“Solo in seconda battuta – ha dichiarato la testimone – ha parlato la ragazza: mi sembrava non del tutto in sé, o aveva bevuto o non era lucida”. Poi le disse: “Lascia stare, li conosco, mi riaccompagnano a casa, non ti preoccupare”. In seguito però, la testimone ha ricordato, anche grazie alle deposizioni rilasciate tre anni prima, di aver sentito la vittima pronunciare anche queste parole: “No, lasciatemi stare. Smettila” e ancora, rivolta alla ragazza che stava cercando di darle aiuto: “Scusami, è colpa mia perché sono passata dall'essere lesbica ad eterosessuale, prima respingevo i maschi adesso no”. Una dichiarazione che secondo la testimone procurò diversi commenti dei ragazzi che le erano intorno: “Meglio per noi, ce n'é di più”.

Il racconto della testimone poi volge al termine: “me ne andai, non me la sentii di insistere e rimasi combattuta se avvisare le forze dell'ordine o no”. Alla fine della deposizione le è stato chiesto se riconoscesse qualcuno dei presunti violentatori tra gli imputati in aula: la teste ha indicato un praticante legale seduto tra i banchi. Guardando le foto degli imputati, non ne ha riconosciuto nessuno: “Ma confermo i due riconoscimenti di tre anni fa fatti alla polizia” ha detto concludendo.
I sette imputati del processo sono L. L., 25 anni, studente universitario e regista amatoriale di film splatter, D.M. S., brasiliano, 26 anni, N.D.A., 24 anni, F. M., 24 anni, L. R., 22, L. V., 25 anni e R. M., 22 anni. La prossima udienza si terrà il ventitré di giugno.
 

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