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Cronaca

Testamento biologico, l’allievo di don Milani: “Fate presto, non voglio essere torturato”

Michele Gesualdi, ex presidente della provincia di Firenze, è malato di Sla. Ha scritto una lettera ai presidenti di Camera e Senato

“Sono a pregarvi di calarvi in simili drammi e contribuire ad alleviarli con l’accelerazione della legge sul testamento biologico. Non si tratta di favorire l’eutanasia, ma solo di lasciare libero, l’interessato, lucido cosciente e consapevole, di essere  giunto alla tappa finale, di scegliere  di non essere inutilmente torturato  e di levare dall’angoscia i suoi familiari, che non desiderano sia tradita la volontà del loro caro”. Queste sono le ultime frasi della lettera che Michele Gesualdi, uno dei primi sei allievi di don Milani, ha inviato ai presidenti di Camera e Senato e ai capigruppi  parlamentari. “La  rapida approvazione delle legge - scrive Gesualdi - sarebbe un atto di rispetto e di civiltà che non impone ma aiuta e non lascia sole tante persone e le loro famiglie”.

Michele Gesualdi è malato di Sla da diversi anni. Le sue condizioni di salute non gli hanno permesso di prender parte agli eventi di quest’anno tenuti in occasione del 50esimo della morte del priore di Barbiana, non ha potuto incontrare Papa Francesco che a giugno è venuto a pregare sulla tomba del parroco. Gesualdi, che è stato presidente della Provincia di Firenze, fa parte del gruppo di allievi di don Milani impegnato per far conoscere il messaggio e il metodo scolastico di don Lorenzo. Michele Gesualdi è un convinto cattolico, infatti nella lettera più volte fa riferimento alla volontà di Dio, ma nonostante la sua fede chiede di poter morire senza dover essere sottoposto ad atroci torture.

”La Sla è una malattia spaventosa - scrive - al momento irreversibile e incurabile. Avanza, togliendoti giorno dopo giorno un pezzo di te stesso: i movimenti dei muscoli della lingua e della gola,  che tolgono completamente la parola e la deglutizione, i muscoli per  l’articolazione  delle gambe e delle braccia, quelli per il movimento della testa , e respiratori e tutti gli altri. Alla fine  rimane un scheletro rigido come se fosse stato immerso in una colata di cemento. Solo il cervello si conserva lucidissimo insieme alle le sue finestrelle cioè gli occhi”. 

La legge sul “fine vita” è stata approvata dalla Camera a aprile, sta aspettando di essere discussa in Senato. Questa consentirebbe a qualsiasi maggiorenne la possibilità di rinunciare ad alcune terapie mediche, in particolare la nutrizione e l’idratazione artificiale, redigendo un documento nel quale si può indicare a quali terapie si vuole rinunciare e a quali condizioni.
 

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