Terremoto in Garfagnana l'esperto spiega: “Il sisma come una molla”

 Da venerdì sono state una trentina le scosse che hanno “sconquassato” terra e animi della Toscana. Oscillazioni del suolo con epicentro in Garfagnana (LU) che portano con sé dei perché. Un’altra Emilia?  O, ancora peggio, c’è da attendersi una nuova L’Aquila?
IL TERREMOTO DI VENERDI'
Per capire cosa sta succedendo sotto il cuoio delle nostre suole ne abbiamo parlato con il sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia della sezione di Pisa Gilberto Saccorotti.

“I casi dell’Emilia e della Toscana sono differenti – spiega l’esperto -. Perché le dinamiche sono legate ma distanti”. Il caso che vede al centro la dorsale appenninica scaturisce da una spinta del blocco africano su quello europeo. Questo movimento “compressivo” porta all'accumulo di sforzi che, possono portare alla rottura delle rocce, generando quindi un terremoto.

“A questo si lega, seppur in maniera differente, la dinamica del versante tirrenico. – spiega Saccorotti. Le placche terrestri si muovono, ma non in maniera uniforme, come una molla che viene allungata o compressa in maniera differente lungo la sua lunghezza. E vi sono anche porzioni di placche che si muovono con velocità differente; in questo caso il movimento è prevalentemente orizzontale ('trascorrente'), ed è il caso del terremoto dello scorso venerdì".  

Non può mancare una domanda necessaria seppur usurata. Si potrebbero verificare scosse di magnitudo superiore rispetto a venerdì? “Fino adesso le sequenze si sono svolte in maniera molta classica: una scossa forte e una serie di piccoli sismi a succedere. Come ben sapete non è però possibile capire quando e dove si verificheranno i prossimi terremoti”.