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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Tav: la procura entra nei cantieri. Sequestrata la trivella Monna Lisa

Sono una trentina le persone coinvolte nell'indagine della Procura di Firenze. Fra le accuse oltre alla truffa e alla corruzione, ci sarebbe la gestione abusiva dei rifiuti

La procura di Firenze è entrata a gamba sul passante fiorentino della Tav. Cantieri a Campo di Marte e a Rifredi, i due ingressi ai tunnel sotterraneo, e agli ex Macelli, dove è prevista la stazione Foster. E da questa mattina in quei cantieri sono scattati i sequestri e le perquisizioni. A Firenze come in varie città d’Italia. Nell'inchiesta, coordinata dalla Procura di Firenze e condotta dai carabinieri del Ros, 31 gli indagati coinvolti

Tra tutti spicca il nome di Maria Rita Lorenzetti, ex governatrice dell'Umbria e attuale presidente dell'Italferr, società del Gruppo Ferrovie e supervisore del lavori. Gravi le ipotesi di reato che le contestano i pm. Come si evince dagli atti dell’inchiesta, il presidente di Italferr avrebbe messo “le proprie conoscenze personali, i propri contatti politici e una vasta rete di contatti” a disposizione di alcune ditte appaltatrici “conseguendo altresì incarichi professionali nella ricostruzione del terremoto in Emilia in favore del di lei coniuge”.

E l’ipotesi di reato dell’inchiesta coordinata dai pm Giulio Monferini e Gianni Tei sono di quelle da far tremare i polsi: danni ambientali, associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata in danno di enti pubblici, frode in pubbliche forniture, la corruzione e lo smaltimento abusivo dei rifiuti. Per questo i carabinieri del Ros e gli uomini della Forestale, dando seguito ad un provvedimento firmato dal numero uno della procura fiorentina, Giuseppe Quattrocchi, quest'oggi sono impegnati in una trentina di perquisizioni a Firenze e in diverse città italiane. Compresa la sede di Nodavia, il contraente generale, l’Ati costituita dall’emiliana Coopsette e da Ergon Engineering and Contracting, che nel 2007 vinse la gara d’appalto messa in piedi dal committente, Rfi, per la realizzazione dei lavori.

MONNA LISA – E nell’operazione è rientrata anche il sequestro della fresa Tbm, Tunnel Boring Machine (detta comunemente “talpa”), la trivella gigantesca, Monna Lisa, montata nel cantiere di Campo di Marte. I tecnici l’hanno soprannominata, omaggiando la città in cui Leonardo dette prova del proprio genio, Monna Lisa. Ferma fino ad oggi. Ferma fin quando la magistratura non avrà fatto chiarezza. Pare infatti che i pm abbiano riscontrato delle irregolarità anche nel bestione di 75 metri predisposto allo scavo. Secondo chi ha condotto le indagini, infatti, la fresa Tbm potrebbe essere stata costruita con materiale scadente, tanto da dubitarne la tenuta dopo la messa in moto. Non solo, la procura avrebbe messo gli occhi anche nell’innesto delle gallerie, quel primo tratto su cui dovrebbe scivolare Monna Lisa. Secondo gli investigatori il costruttore avrebbe utilizzato materiale ignifugo di bassa lega, con gravi problemi per la sicurezza.

FANGHI – L’inchiesta dei pm quindi si è mossa su due filoni distinti: l’ipotesi di illecito di smaltimento dei fanghi; la scarsa sicurezza dei materiali e dei macchinari. Per quanto concerne lo sversamento dei fanghi, la ditta appaltante, Italfer e Rfi, considerano – come scritto negli atti –  “le condizioni, i limiti e le procedure previste dalla legge un mero ostacolo da superare ad ogni costo e non già un presidio di legalità e di tutela della salute pubblica e dei conti pubblici”. Agli oltre 30 indagati la procura imputa una gestione abusiva dei fanghi già prodotti – o che sarebbero stati prodotti una volta avviata l'opera di scavo della talpa – condotta con “artata predisposizione di documenti tecnici e amministrativi”. Due filoni ed un corollario: gli investigatori infatti contestano anche uno scarso monitoraggio dei lavori dell’opera. Ci sarebbero infatti delle crepe in una scuola media limitrofa ai cantieri che potrebbe mettere a rischio studenti e professori.

RIFIUTI NELLA FALDA ACQUIFERA – A quanto fatto sapere il fascicolo è stato aperto nel 2010 grazie ad alcuni accertamenti del Corpo forestale dello Stato che “ha fatto emergere – come fanno sapere i vertici della Forestale – un consistente traffico di rifiuti speciali, smaltiti illegalmente, nonché la truffa ai danni della Rfi”. E nello sfondo si “configura anche l'ipotesi di infiltrazioni mafiose”. Secondo l'accusa, “migliaia di tonnellate di rifiuti sarebbero state smaltite abusivamente. La Rete Ferroviaria Italiana pagava gli elevati costi di smaltimento alle ditte, ma in realtà i rifiuti non seguivano la corretta procedura prevista dalla normativa vigente, creando quindi, un indebito profitto a favore delle varie ditte interessate”. I fanghi “venivano poi scaricati direttamente nella falda acquifera nelle vicinanze dei lavori con il rischio di contaminazione della stessa e del suolo”.

NO TAV – “Fermare tutti i cantieri dell'Alta velocità a Firenze – ha affermato nel pomeriggio Ornella De Zordo, capogruppo a Palazzo Vecchio della lista di cittadinanza perUnaltracittà –compreso quello della stazione Foster. E' semplicemente questa la prima cosa da fare dopo l'apertura dell'inchiesta della Procura che ha portato al sequestro del cantiere di Campo di Marte e dell'ormai mitica fresa Monna Lisa. Allo stesso tempo vanno finalmente fatte tutte le verifiche, anche in sede amministrativa: tutti gli allarmi sulle irregolarità che sono stati più volte avanzati non hanno mai avuto un serio ascolto nelle istituzioni”. “Era solo l'estate scorsa – accusa De Zordo – quando perUnaltracittà rese pubblica la missiva riservata con la quale proprio Nodavia, il general contractor del sottoattraversamento dell'Alta velocità fiorentina, annunciava che nonostante ancora non siano partiti i lavori degli interventi maggiormente complessi e impattanti, il costo dell'intervento è già passato da 694 milioni iniziali a oltre 890 milioni, con un incremento di 200 milioni, quasi il 30%. “Ci hanno sempre trattato come visionari – ha concluso – ora finalmente facciamo chiarezza”.

ASOR ROSA – Soddisfazione per l’inchiesta della procura è stata espressa anche dai No Tunnel Tav: “è una bella notizia – dicono – ma ora occorre fermare i lavori”. “Da mesi, da anni – continuano – denunciamo i problemi, le contraddizioni e le irregolarità di questo assurdo progetto di sottoattraversamento TAV della città, un’opera che abbiamo sempre definito inutile, dannosa e fonte di grande spreco di denaro pubblico. Un’opera che rappresenta solo un affare per grandi imprese e grandi cooperative di costruzioni, una potente lobby del cemento, trasversale agli schieramenti di centrodestra e centrosinistra, a Pdl e Pd, mentre in piena crisi vengono tagliati servizi sociali basilari per i cittadini”. Alle richieste dei comitati si è allineato anche Alberto Asor Rosa, per la Rete dei Comitati per la difesa del territorio: il “cantiere inutile e dannoso va fermato".

MINISTERO – Ed in giornata è arrivata anche la presa di posizione del Mit: “Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti auspica che sia fatta al più presto chiarezza sulla vicenda della Tav di Firenze, un’opera strategica a livello territoriale e nazionale. Il dicastero di Porta Pia ha avviato un'indagine interna e sta collaborando con massima trasparenza e disponibilità con gli inquirenti”.

FS PARTE LESA - E nel pomeriggio Fs ha fatto sapere di aver già avviato “un’inchiesta interna”. Fs aggiunge poi che “sarà rivolta istanza alla Procura della Repubblica per una valutazione congiunta volta ad individuare gli adempimenti necessari per una pronta ripresa dei lavori dell'opera che, come noto, è di rilevante interesse nazionale”. “Fs Italiane – continuano – comunicano che sarà assicurata la massima collaborazione e trasparenza da parte di tutte le società del Gruppo, anche in considerazione del coinvolgimento della controllata Italferr come parte lesa”.

Nel febbraio del 2012 Firenzetoday riportò come i camion, carichi di terre di scavo del cantiere di Rifredi, viaggiassero lungo l'autostrada A1 per arrivare fino a una discarica di Roma.

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