rotate-mobile
Cronaca

Tav: la Regione dice sì a Monna Lisa. Sotto Firenze si può scavare

E' stato il governatore Enrico Rossi a confermarlo: "Diamo il via libera all'escavazione della galleria Av di Firenze e alla realizzazione della nuova stazione dell'alta velocità"

Per la Regione Toscana i denti della fresa Monna Lisa, l’enorme ‘talpa’ che trivellerà il sottosuolo di Firenze, possono cominciare a macinare terreno. L’annuncio del via libera arriva direttamente dal governatore regionale, Enrico Rossi: “La Regione dà il via libera all’escavazione della galleria Av di Firenze e alla realizzazione della nuova stazione dell'alta velocità. Per noi è importante fare bene e fare presto. La Toscana e Firenze non possono permettersi di perdere questa occasione, né di ritardare la realizzazione di questa infrastruttura fondamentale”.

Prima il decreto Clini-Passera sulle terre di scavo, poi l’annuncio della Regione. A questo punto i puzzle sembrerebbe completo e Rfi potrebbe cominciare a scavare i due tunnel ferroviari che ‘ospiteranno’ i treni velocissimi dell’Alta velocità. Potrebbe, il condizionale è d’obbligo visto gli annunci, i proclami, i ritardi e le date che si sono accavallate negli anni. Anche perché c’è sì il decreto del governo, il parere favorevole della Toscana, ma manca il verdetoi dell’Europa che per adesso ha scelto la strada del silenzio. Di certo c’è che con l’entrata in vigore del Decreto ministeriale, il 161 del 2012 sul 'Regolamento nazionale su terre e rocce' si considerano, a determinate condizioni, le terre e rocce di scavo come “sottoprodotti” per la realizzazione di manufatti e non più come rifiuti speciali. A fianco a questa c’è un’altra certezza: la normativa italiana è negli uffici dal Commissario europeo all’ambiente Janez Potočnik. La pratica in questione è sotto esame, e non è detto che dall’Europa non arrivi la bocciatura del decreto.

Tutta la partita quindi si gioca attorno ad un concetto: terre di scavo, rifiuti o materiali inerti? Per governo e Regione la faccenda è chiara. Manca il via libera dell’Europa. La risposta non è da poco, visto che le terre della Tav sono il serbatoio del progetto Enel all’interno della cava di Santa Barbara, a Cavriglia (Arezzo). I lavori Tav in definitiva potranno partire quando al contempo inizieranno i lavori nell’aretino. Una mano ne tira un’altra, se manca un appiglio crolla l’intero. Si perché i circa 3 milioni di metri cubi di smarino sottratti al sottosuolo fiorentino dovranno essere ‘rinvestiti’ sulle ‘colline schermo’ del progetto Enel.

Proprio per questo la giunta regionale ha approvato due delibere “chiave per la prosecuzione dei lavori per la realizzazione del sottoattraversamento di Firenze e della stazione Foster dell’Alta velocità”. E qui si va sul tecnico. Il primo provvedimento da parere favorevole alla Via (Valutazione di impatto ambientale) per il deposito dei materiali di scavo nella miniera di Santa Barbara a Cavriglia (Arezzo). Si tratta di 1.350.000 metri cubi di terre, provenienti dallo scavo della Foster e per una parte della galleria. Un’operazione che secondo la Regione consentirà di sospendere il conferimento in discarica come avvenuto finora attraverso i camion. Per l’avvio operativo di questa prima fase tuttavia, fa sempre presente la Regione, è comunque necessario il pronunciamento del Ministero dell’Ambiente sul ‘Piano di utilizzo’ che ha presentato Italferr.

Il secondo provvedimento esprime un altro parere favorevole, quello della Giunta alla Valutazione di impatto ambientale (di competenza del Ministero dell'Ambiente) sul completamento del progetto Enel. Si tratta in questo caso della seconda collina-schermo, dove verranno depositati un altro milione e mezzo di metri cubi di terra. Per questa fase si prospettano però tempi lunghi: serve infatti un ulteriore decreto ministeriale di approvazione della Via. Alla fine quindi tutto lo smarino del nodo fiorentino, circa 2.850.000 metri cubi, sarà completamente dislocato a Santa Barbara.

NO TAV – Il Comitato no tunnel Tav di Firenze però contrattacca: “La vicenda dei tunnel fiorentini della Tav non è per niente conclusa e, se mai iniziassero, gli scavi sarebbe solo l’inizio di una serie interminabile di problemi per Firenze”. “Il presidente della Regione Enrico Rossi – sottolineano i No Tav – ha fortuna che la memoria dei media e dell'opinione pubblica è estremamente labile. Altrimenti vedremmo i fiorentini sbellicarsi dalle risate ripensando a quante volte è stato detto ‘adesso iniziamo’, a tutte le volte che è stato recitato il mantra che i lavori Tav a Firenze si faranno ‘presto e bene’”. Per il comitato “la cosa che più sconcerta sono le modalità con cui si sono stravolte le regole democratiche imponendo un decreto (161 del 10 agosto 2012) che rinomina quelli che sono rifiuti come ‘sottoprodotti’, rendendoli utilizzabili per le operazioni ambientali più discutibili”.

DE ZORDO – Più pessimistica la lettura di una delle voci storiche contro la messa in opera dell’infrastruttura fiorentina, la consigliera comunale di perUnaltracittà Ornella De Zordo: “La ‘talpa Monna Lisa’ potrà iniziare a scavare il tunnel Tav sotto Firenze. A consentirlo due delibere della Regione Toscana che portano la firma dell'assessore Annarita Bramerini e del presidente Enrico Rossi. I due amministratori avallano così il declassamento ministeriale delle oleose e inquinanti terre di scavo del tunnel, autodeclassandosi, allo stesso tempo, nella vasta categoria dei politici che antepongono gli affari delle imprese al bene comune”. “Oggi – conclude la De Zordo – si mette fine una volta per tutte alla retorica ambientalista e legalitaria sostenuta dal governo regionale nel giustificare le proprie azioni”.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tav: la Regione dice sì a Monna Lisa. Sotto Firenze si può scavare

FirenzeToday è in caricamento