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Cronaca

Tav, danni nel Mugello: ventidue indagati tra le ex giunte toscane

Gran parte dei componenti delle ex giunte regionali in carica tra il 1990 e il 2000 sono a giudizio davanti alla Corte dei Conti per i danni provocati dalla Tav nel Mugello

La Tav ancora sotto i riflettori, dopo che già il 2 dicembre scorso la procura di Firenze ha messo i sigilli a tre cantiere del capoluogo per un presunto sversamento di acque industriali nelle fognature.  Sebbene sette mesi fa il processo d’appello per i danni ambientali nel Mugello aveva visto una raffica di assoluzione, ribaltando in parte la sentenza di primo grado, ora proprio sui lavori appenninici si apre un nuovo capitolo. Ventidue persone, in gran parte componenti delle giunte regionali toscane in carica dal 1990 al 2000, sono a giudizio davanti alla Corte dei conti per i danni ambientali in Mugello provocati dai lavori dell'Alta velocità. Il danno erariale contestato agli ex amministratori, fra cui gli ex presidenti V.C. (oggi vicepresidente del Senato) e C.M., è di 13,5 milioni di euro. Nella fase istruttoria, il danno era stato stimato in circa 741 milioni di euro ed era stato contestato a 52 persone. Le indagini hanno poi portato a sfoltire i presunti responsabili e a ridurre l'ammontare del danno. Con ieri si è chiusa la discussione del processo. Le parti sono in attesa della sentenza che, con ogni probabilità, non arriverà prima dell'anno nuovo.

Le contestazioni riguardano il disseccamento e l' impoverimento dei corsi d'acqua, delle sorgenti, di pozzi e acquedotti. Le difese sostengono che le due giunte regionali - entrambe presiedute da Chiti (Martini era assessore, solo dopo venne eletto alla guida della Regione) - pur non avendo competenze specifiche in materia fecero tutto il possibile per salvaguardare l'ambiente, attenendo dai responsabili dell'opera misure compensative all'impoverimento della risorsa idrica.
 Il 27 giugno la Corte d'appello di Firenze ha assolto i 39 imputati nel processo penale. Fra loro (in primo grado vi erano state 27 condanne) i vertici del Cavet (il consorzio di imprese che ha avuto in appalto i lavori), di ditte in subappalto, gestori di cave e di discariche, intermediatori per i rifiuti.
 

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