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Cronaca

Taser in carcere? La contrarietà della Camera penale

Per gli avvocati: "Meglio implementare l'organico della polizia penitenziaria"

Firenze è una delle città in cui le forze dell'ordine stanno sperimentando il taser, la pistola elettrica che dovrebbe essere usata per immobilizzare soggetti ritenuti pericolosi. Risale ad una settimana fa il primo utilizzo dell'arma.

Ieri il direttivo della Camera penale di Firenze ha espresso la sua contrarietà in merito all'ipotesi di dotare di taser la polizia penitenziaria. Il taser "rappresenta, per le sue potenzialità, un'arma - fanno sapere gli avvocati -. Laddove infatti la scarica elettrica dovesse colpire un soggetto portatore di patologie gravi o non conosciute, è questa la circostanza allarmante, potrebbe essere fatale e riteniamo che l'introduzione nelle carceri di un'arma così potenzialmente pericolosa debba assolutamente essere esclusa stante i rischi che tale introduzione potrebbe comportare".

"Sono dati ormai fin troppo conosciuti la carenza di organico degli agenti di polizia penitenziaria e le difficoltà che gli stessi, quotidianamente, incontrano nella gestione dei soggetti ristretti - prosegue la nota -. Le carceri sono ormai strutture al collasso, non soltanto strutturale; serve davvero quindi l''introduzione di un'arma pericolosissima quale il taser a risolvere i problemi della detenzione in Italia oppure, come è auspicabile - conclude il direttivo della Camera penale fiorentina -, sarebbe meglio potenziare l'organico della polizia penitenziaria nonché organizzare corsi al fine di implementare la formazione relativa al rischio in carcere?".

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