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Cronaca

Carcere di Sollicciano: detenuto si suicida nel bagno della cella

Un 31enne si è sucidato mentre i compagni dormivano, era in carcere per furto e sarebbe uscito a fine 2012. E' il terzo suicidio in Italia dall'inizio dell'anno

Si è tolto la vita impiccandosi nel bagno della sua cella nel carcere di Sollicciano. Gli errori si pagano, la legge non può essere elusa, è un argine invalicabile. Nonostante questo, vedere il sole ed il cielo a strisce rimane insopportabile per tutti, ed a volte la vita in cella si trasforma in un disagio senza freni. Così questa mattina, un trentunenne italiano recluso nel penitenziario fiorentino per furto, mentre i suoi compagni di cella stavano ancora dormendo, si è diretto in bagno e ha reciso ogni ponte con la vita. Nessun biglietto di addio. Doveva scontare una pena definitiva a un anno per furto in appartamento. Era in carcere dal novembre 2011, sarebbe dovuto uscire a fine 2012. “Non gli hanno concesso i domiciliari – ha spiegato in una nota Donato Capece, segretario del sindacato di polizia penitenziaria Sappe – perché era recidivo. Aveva una personalità problematica, per questo era sottoposto a un regime di grande sorveglianza. Purtroppo non è bastato, ma tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto, nonostante la cronica carenza di organico”.
Il suicida di Sollicciano non è il primo dall’inizio dell’anno, come ricorda sempre Donato Capece. Nelle carceri italiane, infatti, “dall’inizio del 2012 contiamo già tre morti, oltre a sei tentati suicidi sventati dalla polizia penitenziaria”. Capece punta il dito ancora una volta su un problema noto, una vera piaga per qualsiasi società civile, un problema sempre più terribilmente sordo: il sovraffollamento. Attualmente – continua il segretario del Sappe – ci sono oltre 67 mila detenuti in carceri che ne possono contenere a mala pena 43 mila. Circa il 43% dei ristretti è in attesa di una sentenza definitiva. Il corpo di polizia penitenziaria i cui organici sono carenti di oltre 7 mila e 500 unità, ha mantenuto fino ad ora l’ordine e la sicurezza negli oltre duecento Istituti penitenziari a costo di enormi sacrifici”.

Il garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze, Franco Corleone, che poco prima di Natale, durante il Consiglio comunale di Palazzo Vecchio, aveva illustrato una durissima relazione sulla situazione di Sollicciano, denunciando quel sovraffollamento disumano e condizioni ben oltre il sopportabile, raggiunto dalla notizia ha commentato: “L’anno inizia male; i problemi vanno risolti alla radice, i palliativi non bastano. Le terribili condizioni delle carceri sono state denunciate sia dal Papa sia dal Presidente della Repubblica. Non si possono continuare a cercare scorciatoie, bisogna affrontare i veri nodi”.
 

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