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Cronaca

Sollicciano: il suicida si lamentava del trattamento in cella, oggi l'autopsia

Il trentunenne che si è tolto la vita nel carcere in giornata sarà sottoposto alla perizia medica. Si lamentava per il trattamento riservato in cella, doveva scontare un anno di reclusione

David si è suicidato in un bagno di una cella di Sollicciano sabato mattina all'alba, mentre i suoi compagni stavano dormendo. Quegli stessi compagni di cui, secondo quanto avrebbe riferito la madre del suicida, il trentunenne fiorentino scomparso si lamentava per il trattamento riservatogli in cella. Oggi su quel corpo sarà effettuata l'autopsia. Ad eseguirla sarà la dottoressa Simona Focardi mentre la famiglia dell'uomo ha nominato come consulente di parte il dottor Mario Graev. L'avvocato Giovanni Merli, legale del 30enne in carcere da quaranta giorni per furto in appartamento, non aveva ottenuto per lui la sospensione della pena e neppure gli arresti domiciliari.

NONNISMO - Proprio sul “trattamento” si è espresso il direttore del penitenziario fiorentino Oreste Cacurri, precisando come alle autorità del carcere “non erano assolutamente stati segnalati” episodi di nonnismo. Stamani il direttore ha confermato l’avvenuta autopsia sul corpo, senza tuttavia fornire alla stampa nessun esito o verdetto medico-legale. Il direttore, confermando di aver trasmesso tutti gli atti del caso al pm, ha ammesso: “Certo è che in carcere al momento ci sono tensioni notevoli, legate alle condizioni di sovraffollamento; un problema di cui i grandi penitenziari dei capoluoghi di regione, come Sollicciano, soffrono in particolar modo”. Al momento, ha spiegato, nella struttura vi sono circa 1000 reclusi, a fronte di una capienza regolamentare di circa 400 detenuti.

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