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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Strage dei senegalesi del 2011: "Fate incontrare i bambini"

A un anno di distanza dalla strage di piazza Dalmazia le parole del Console di Firenze. "Il Sindaco La Pira e il Presidente Senghor tanti anni fa invitarono i bambini a incontrarsi"

Settant’anni in cui si possono rompere equilibri e agli occhi del presente possono essere distanti secoli. Era il 1944 le truppe alleate sbarcarono all’Isola d’Elba, spiagge minate, i tirailleurs senegalesi ad affrontare il nemico per liberare quello spicchio di Toscana. 2012, ancora Toscana, due cittadini senegalesi cadono sotto i colpi di una 357 Magnum in piazza Dalmazia a Firenze. A freddarli un bianco, Gianluca Casseri. Che non contento proseguì il suo raid fino al Mercato Centrale. Poi dopo aver seminato orrore e sbigottimento si sparò nel sottosuolo di un parcheggio. Le vittime erano tutte nere, perché sì fu una strage razziale.

Sparatoria senegalesi: il corteo di connazionali



Crebbe lo sdegno e la prima reazione fu quella dei connazionali delle vittime che, tra rabbia e incredulità, partirono da piazza Dalmazia e 'assaltarono' il centro di Firenze. Non per far danni,  quanto per sfogarsi e far sentire quel grido di collera. Un grido sordo, arrabbiato e nero. Sul posto arrivano subito le istituzioni a cercare di placare la folla poi l’imam cercando di far meditare i fedeli.

Corteo per ricordare Mor e Modou i senegalesi uccisi



La Strage dei Mercati di Firenze fece rabbrividire l’Italia e il mondo. Un 13 dicembre che pesò come uno schiacciasassi sulla Culla del Rinascimento. Con la sua storia straripante di poeti, di mecenati. Un’onta, quella razzista, difficile solo da pensare. Ma furono i fiorentini a strappare quell’etichetta, quella linguetta, affibbiatagli senza il loro consenso. I commercianti di San Lorenzo abbassarono le saracinesche. Consiglio straordinario a Palazzo Vecchio. Fu lutto cittadino. Un lutto che andava celebrato e che vide una composta marcia di migliaia di persone la settimana seguente. Quasi a dire, Firenze è altro: questo qui non deve accadere. RICORDO

Due fiorentini dalla pelle scura sono morti, e un altro è rimasto ferito in modo grave. Si chiamavano Mor Diop e Samb Modou. In un letto d’ospedale è rimasto Moustapha Dieng, ma nell’agguato rimasero ferite altre due persone i connazionali Cheikh Mbengue e Mor Sougou. Oggi alla vigilia di quella carneficina il sindaco Matteo Renzi è andato a portare un abbraccio a quel ragazzo scalfito in maniera indelebile alla colonna vertebrale.

Sempre oggi Pape Diaw, presidente dell'Associazione dei Senegalesi, ha chiesto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la cittadinanza italiana per i suoi connazionali ancora vivi. FIRMA
Per questo, per non dimenticare, si terrà al Nelson Mandela Forum il concerto Jokko. In senegalese significa "dialogo". Sarà il punto da cui ripartire in un processo continuo, quello dell’integrazione, e per non lasciar sviare la memoria. Il ricavato del concerto servirà a dar sostegno alle vittime della follia di Casseri.  

Un concerto per un confronto, ma c’è anche altro. Sono molti gli incontri svoltisi nelle scuole per far capire come la diversità arricchisca e non penalizzi.  “Gli eventi del 13 dicembre, pur tristissimi, hanno rafforzato legami tra gli stessi senegalesi nella comunità. Un sacrificio che ha fatto saldare i rapporti – racconta il console onorario del Senegal a Firenze, nonché avvocato, Eraldo Stefani”.
Ma chi sono i senegalesi toscani? – “In Toscana – rivela il penalista – lavorano presso le concerie Santa Croce. Anzi se non ci fossero rischierebbero la chiusura. Così come nelle aziende agricole di vini di pregio. E alcuni sono impegnati negli studi nelle università”. In pratica danno manforte a quei settori del Made in Italy di cui tanto possiamo vantarci nel mondo. Il motore black della Toscana.

Strage senegalesi: la commemorazione delle vittime © TmNews/Infophoto



Non manca però la rabbia. Un anno fa il rappresentante della comunità senegalese, Pape Diaw, chiese la chiusura di CasaPound, centro sociale di destra di cui era simpatizzante il killer. E nei giorni scorsi, il cantante della Bandabardò, Enriquez ha usato parole dure contro l'‘ideologia fascista e razzista’ che in Italia e all’estero continua ad avere molto spazio. “Si deve tenere alta la guardia – chiosa in modo pacato Stefani - Lo Stato e la Legge faranno quanto preposto. Nessuno deve guardare in maniera avversa gli stranieri di qualsiasi etnia siano”.

Il lutto cittadino Giorgi/Firenzetoday



La soluzione? Guardare avanti e indietro. Non dimenticare e pensare al futuro. La sintesi nei ricordi del console. “Il Sindaco di Firenze Giorgio La Pira e il Presidente del Senegal Leopold Sédar Senghor tanti anni fa invitarono i bambini a incontrarsi perché sarebbero stato come avvicinare le città, sarebbe servito ad avvicinare le nazioni. Oggi sembra un testamento di un’attualità unica”.

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