Strage dei mercati, l’imam Izzedine Elzir “attacco vile”
La protesta dopo l'agguato si è conclusa in un momento di preghiera davanti al Battistero. Sul posto arriva l'imam Izzedine Elzir e il presidente della Regione Rossi
Hanno sfilato in corteo per le vie cittadine. Hanno urlato, pianto fino al Battistero dove hanno pregato seduti a terra e in silenzio. Hanno chiesto giustizia e voluto pure vedere l'omicida morto: non ci credevano. Erano partiti in 200 poco dopo le 14 da piazza Dalmazia, dove sotto i colpi di un killer sono caduti i loro primi "fratelli". Alla fine in piazza del Duomo erano almeno tre volte tanto - compresi antagonisti e indignati -, per un'assemblea improvvisata, con la ringhiera che protegge i marmi del Battistero a fare da 'tribuna': ci sono saliti anche il presidente della Toscana Enrico Rossi e l'imam Izzedine Elzir. Già 20 anni fa, nel marzo 1990, la stessa piazza del Duomo era stata teatro di un'altra protesta dei senegalesi. Allora erano stati i difficili rapporti della città con gli ambulanti ad aver creato tensione. Oggi è la rabbia per il "seme diabolico" del razzismo, il pianto per un "attacco vile", sono le parole dell'imam, a riunire la "comunità più pacifica". Una protesta che ha avuto momenti di tensione ma non è mai degenerata. Il momento più critico in piazza della Repubblica: le forze dell'ordine sono intervenute, un senegalese, racconta, ne porta il segno in fronte dove ha un grande cerotto.
"Non vogliamo la vostra violenza" ha addirittura gridato un senegalese, in piazza del Duomo rivolto ad un italiano che contestava la presenza di agenti digos vicino a Izzedine Elzir. Prima dell'imam a parlare era stato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Tradotto da un senegalese ha detto: "Tutta la Toscana è con voi se manifestate pacificamente. Era doveroso essere qui, vi porto la solidarietà di tutta la Toscana". "Un attacco vile, frutto di 10 anni di una parte di politica fatta di odio, fascismo e razzismo", ha invece esordito l'imam, che ha ricordato pure i fatti di Torino. Poi l'invito a pregare Allah perché accetti le due vittime "come martiri perché morti senza nessuna colpa se non di essere dei buoni cittadini", e per i feriti. Anche dall'imam l'invito a dimostrare di essere "cittadini responsabili" e un grazie a Comunità di Sant'Egidio, Caritas, istituzioni e altre autorità per la vicinanza dimostrata. In piazza del Duomo ha parlato, tra gli altri, anche Mas Thiam, senatore che rappresenta i senegalesi all'estero. Da tutti l'invito di tornare a casa, per pregare ancora.
Alle 20 l'assemblea si è praticamente sciolta: nuovo appuntamento sabato, alle 15, in piazza Dalmazia, per una "grande manifestazione": tutti, non solo i senegalesi, sono stati invitati: "Noi siamo gente molto mite - ha detto il portavoce della comunità fiorentina Pape Diaw - ma quando si tratta di scendere in piazza noi non scherziamo. Quello che abbiamo fatto nel 1990 dimostra che non abbiamo paura di lottare. Vogliamo fare una grande manifestazione pacifica. Quello che è accaduto a Firenze non deve più accadere. Vogliamo la verità - ha detto ancora -: perché quella persona così pericolosa, che era nei siti, era in giro?". Preannunciata anche una conferenza stampa per "dare la nostra versione, perché ci sono anche delle cose che non ci tornano".