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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Strage dei senegalesi, si cerca in città un secondo covo del killer

Dopo le perquisizioni alla casa di Firenze e in provincia di Pistoia si cerca di capire se Casseri avesse un altro punto di appoggio in città

Passano i minuti, le ore, il quadro della strage dei senegalesi, anche se sempre fosco, comincia a prendere fattezze più chiare. Gli inquirenti per adesso stanno ricostruendo la dinamica dell’accaduto, i momenti salienti della strage, gli spostamenti. Gran parte delle indagini si è focalizzata sul killer, Gianluca Casseri, il ragioniere 50enne che ha premuto il grilletto della sua 357 magnum, spargendo sangue e morte per le strade di Firenze. Ieri sera sono state effettuate da parte dei Carabinieri le prime perquisizioni nelle due case in cui viveva Casseri, quella di Cireglio (Pistoia) e l’altra a Firenze. L’abitazione di Firenze, un piccolo appartamento, si trova in piazza del Terzolle, a poca distanza dal mercatino di piazza Dalmazia, da dove cioè è cominciato il lungo pomeriggio di terrore.
 
PIAZZA TERZOLLE – “Abitava nella stessa palazzina di mia cognata”, racconta una signora questa mattina in piazza Dalmazia poco prima dei 10 minuti di lutto cittadino. “Ci abitava – continua – ma nessuno lo conosceva, non parlava con nessuno”. I Carabinieri, entrando nella casa di Firenze, si sono trovati innanzi una montagna di libri. Il killer è in piazza l'aveva presa in affitto l'estate scorsa da un amico con cui condivideva la passione per la fantascienza e l'ufologia ma non le idee politiche. Tra i volumi tantissimi fumetti, testi di destra e anche di Umberto Eco. Scarso al momento il materiale di propaganda di formazioni di estrema destra ritrovato.

CIREGLIO – Incredulità, rammarico, rabbia. Sono questi i sentimenti che palleggiano e rimpallano nella piccola comunità di Cireglio, la frazione collinare del Comune di Pistoia dove viveva Casseri. La notizia giunta ieri per tutti i compaesani come “un fulmine a ciel sereno”, ha scosso la comunità. Casseri non era sposato, proveniva da una famiglia agiata, e viene descritto dagli abitanti di Cireglio come una persona solitaria ma educata. Note, in paese, le sue simpatie per l'estrema destra, anche se in pochissimi avevano avuto modo di conoscerlo da vicino. “Era una persona riservata. Che mai, però, avremmo pensato potesse commettere un atto del genere”, è uno dei tanti commenti.

IRREPERIBILE - Non possedeva né telefono né cellulari. Dagli accertamenti fatti dagli investigatori non risulta, infatti, titolare di nessuna utenza telefonica. Nessun telefono e neppure un computer, a parte un vecchio schermo ingombrante trovato nell'abitazione di piazza del Terzolle. Se aveva bisogno del pc il killer usava quello del fratello a Cireglio, dove sono emersi alcuni contatti di posta elettronica: una e-mail inviata a un editore, visite su siti internet fra cui quello di Casapound Pistoia di cui era simpatizzante. Non è chiaro dove scrivesse i suoi testi, e anche questo è materia di indagine. “E' come se quella casa di piazza del Terzolle fosse stata ripulita da Gianluca Casseri o da qualcuno, non si sa. Cercheremo di dare una spiegazione. A ispezionarla sembra una casa disabitata, a parte i libri, centinaia e centinaia che abbiamo trovato. Ma risulta che lunedì sera Casseri ci fosse stato”. Questa la prima impressione del pm Paolo Canessa che coordina le indagini dopo la perquisizione nell'abitazione. “Perciò non escludiamo neppure - ha detto Canessa parlando insieme al procuratore capo Quattrocchi - che Casseri potesse avere un altro punto di appoggio a Firenze e stiamo verificando se sia così oppure no”. Molti i nodi da risolvere da parte della procura, molti ancora i vuoti da chiarire all’interno della vita privata del killer. Ogni 4-5 giorni si recava dal fratello e dalla madre anziana e malata, a Cireglio. “Ci era stato venerdì scorso e al fratello aveva detto che sarebbe stato a pranzo martedì cioè ieri”, ha detto ancora Canessa. Lunedì sera l'amico proprietario l'avrebbe visto prima di una riunione di condominio; l'appartamento aveva un problema col riscaldamento e si sono accordati per far venire un tecnico. L’amico avrebbe visto una casa abitata”, c'erano i vestiti, le dosi di insulina per curarsi del diabete: tutti oggetti spariti.

PROIETTILI E PORTO D’ARMI – Casseri non aveva un regolare porto d’armi, la pistola era tuttavia registrate, e pare si fabbricasse i proiettili da sé. Gli inquirenti hanno fatto sapere di aver rinvenuto in un seminterrato della sua abitazione di Cireglio, in provincia di Pistoia, un vero e proprio laboratorio per la fabbricazione di proiettili, con tanto di pressa, bossoli e materiale per armare le munizioni. Secondo quanto emerso, inoltre, il 50enne era in cura da qualche anno per depressione, ed era anche malato di diabete.
 

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