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Cronaca Bolognese / Via della Madonna della Querce

Le Cure: agente ferito in una sparatoria, l' accusa è tentato omicidio

E'successo ieri in via Madonna delle Quercie, durante l'arresto di un pluripregiudicato evaso da una comunità per tossicodipendenti. Nella colluttazione sono partiti uno o più colpi da una scacciacani modificata

Ieri, una sparatoria in pieno giorno alle Cure, per strada, in via Madonna della Querce, oggi il pluripregiudicato responsabile è accusato di tentato omicidio. Sono rimasti coinvolti due agenti della polizia ed il malvivente agli arresti domiciliari, che pochi giorni fa era evaso dalla comunità di recupero per tossicodipendenti CEI, Villa Iolanda, di Scandicci.
LA DINAMICA - La pattuglia antirapina della mobile, con due agenti a bordo, stava facendo dei controlli per strada, quando ha avvistato il ricercato prossimo a compiere una rapina. Riconosciuto, gli sono andati incontro, ma l’uomo accortosi degli agenti ha reagito.  Nella colluttazione, sono esplosi uno o più colpi dall’arma che il pregiudicato nascondeva nel marsupio. La pallottola ha ferito al gomito uno degli agenti e, di rimbalzo, la gamba del malvivente. Poi l’arresto; entrambi i feriti sono stati trasportati al pronto soccorso.

Non è la prima volta che il malvivente aggredisce un uomo in divisa: in passato era già stato condannato per tentato omicidio di un carabiniere. L’episodio risale al 1998, quando l’uomo, appena evaso dal carcere di Prato, fu intercettato. Prima di arrendersi mise mano all’arma da fuoco ed ingaggiò una sparatoria, in cui un maresciallo rimase ferito.

La lista dei reati è comunque lunga, i suoi precedenti sono molti e parlano da soli: a diciassette anni commise il suo primo reato, poi si diede ai furti, le rapine e le risse violente. Un volto noto alle forze dell’ordine; prova ne è il fatto che gli agenti in pattuglia lo hanno immediatamente riconosciuto. Per una rapina era stato giudicato martedì scorso dovendo scontare una pena di cinque anni, e proprio ieri la sentenza per il tentato omicidio con una condanna a 15 anni.

L’arma utilizzata, dagli accertamenti effettuati dalla scientifica, è una pistola scacciacani, di produzione Austriaca, calibro 9, modificata per cartucce calibro 7,65. Il Questore, il Vicario e il Dirigente della Squadra Mobile, appena ricevuta la notizia, hanno raggiunto immediatamente i due agenti in ospedale per sincerarsi delle loro condizioni psico-fisiche. Il Capo della Polizia, negli USA per ragioni di lavoro, appena informato dell’evento, ha contattato il Questore e ha espresso il suo immenso compiacimento per l’eroico gesto dei due poliziotti, nonché per il conseguente arresto e, al contempo, ha voluto essere rassicurato sulle condizioni di salute di entrambi.

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