Offerte promozionali per la droga via WhatsApp. Il sistema di messaggistica sfruttato per operazioni di marketing nella piazza degli stupefacenti. E' una delle scoperte degli investigatori del commissariato di San Giovanni - coordinati pro tempore dal vice questore aggiunto Roberto Sbenaglia - nell'operazione che si è appena conclusa nel parco di San Salvi. Nove le misure di custodia cautelare emesse nei confronti di cittadini tunisini provenienti da Nabeul, tutti con precedenti in Italia,  di cui al momento tre risultano irreperibili. "Ringrazio la squadra di upg per il lavoro svolto - ha spiegato Sbenaglia durante una conferenza stampa in questura".     

L'operazione, nata nel 2016, ha preso il via da una precedente attività che portò all'arresto di cinque persone, anch'esse tunisine (già agli arresti domiciliari), in contatto con gli stessi spacciatori appena fermati. L'ipotesi prevalente è che la piazza di spaccio sia passata dagli uni agli altri. 

Gli arrestati operavano a tutte le ore del giorno, spacciando hashish e soprattutto cocaina nell'area cani del parco. Dai filmati della polizia si è appurato che i pusher vendevano fino a un etto di sostanza al giorno. All'incirca duecento dosi. Oltre alla mera vendita al dettaglio, promuovevano lo spaccio con offerte e sconti ai clienti più fidati via messaggio. I pusher battevano l'area del parco ma non disdegnavano di spostarsi fino a Piazza Beccaria. 

La clientela era variegata. Un carrozziere che raggiungeva il parco con le auto dei clienti, oppure studenti di un istituto superiore vicino a San Salvi e perfino una mamma filmata mentre raccoglie la droga dal pusher mentre spinge il passeggino del figlio sul prato.