Arno esonda, ma per finta. Dal Governo 20 milioni di euro per la messa in sicurezza
A 44 anni dall'Alluvione di Firenze, va in scena una simulazione su come salvare le opere d'arte. La protezione civile: "Il nostro sistema di controllo prevede test come questi"
Un'altra esondazione dell'Arno. Questo il test effettuato oggi dopo 44 anni dall'ultimo straripamento del bacino idrico della vallata. Una simulazione, o meglio un'esercitazione, chiamata su carta ArtinOnda ma dal punto di vista operativo la rappresentazione dell'efficenza per salvare i capolavori della "Culla dell'Arte". ARTinONDA 2010 è stata l’occasione per testare l’avvio e il funzionamento delle procedure da attivare nelle più delicate situazioni di emergenza.
“Così come è avvenuto recentemente con l’operazione Giotto2010 in Mugello – afferma Stefano Giorgetti, Assessore provinciale alla Protezione Civile – anche con ARTinONDA la Provincia di Firenze intende monitorare ed eventualmente perfezionare il lavoro d’équipe in emergenza che da sempre è chiamata a portare avanti”.
Sulle procedure si è espresso anche il Responsabile Protezione Civile provinciale: “Il monitoraggio del territorio rappresenta senza dubbio una delle strategiche attività della nostra Sala Operativa di Protezione Civile – spiega Paolo Masetti – presidiata 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno e che opera all’interno di un sistema la cui complessità richiede necessariamente che siano testate, come in questo caso, le procedure e le modalità di raccordo messe a punto e condivise con le altre componenti del sistema provinciale di protezione civile”.
SICUREZZA - Proprio sul monitoraggio, controllo e prevenzione piove la buona notizia. Dopo le catastrofi del massese sono in arrivo dal Governo 20 milioni per la messa in sicurezza dell'Arno oltre a 126 milioni per prevenire ulteriori frane in Toscana. Intanto sono già iniziati nel 2009, dovrebbero finire nel 2015, i lavori nella zona di Figline per ridurre la portata di piena del fiume oltre a delle migliorie nelle aree di San Miniato e Valdera. Quindi i soldi ci sono, sebbene ci sia un pò di lentezza nell'utilizzarli vista la scelta della Regione di far gestire i lavori direttamente ai comuni, poggiando su delle strutture più "leggere" con uffici tecnici relativemente più lenti, nel concludere il lavoro.