rotate-mobile
Cronaca

Simonetta Vespucci la donna che fece innamorare Firenze

Simonetta Vespucci fu la musa ispiratrice di Botticelli, Piero di Cosimo, Poliziano e fu anche l'amore dannato e non corrisposto di Giuliano de' Medici

Una donna conquistò il cuore di uomini d’arte e di politica fiorentini. Morì a soli 23 anni di tisi nel 1476, ma talmente era bella tutti a Firenze la conoscevano per la sua imparagonabile bellezza, questa donna si chiamava Simonetta Cattaneo Vespucci. Tra il 1515 ed il 1520 Piero di Cosimo dipinse un bel ritratto, oggi conservato al Museo Condé, a Chantilly, e per farlo si servì di una medaglia con la sua effige come modello.

“La senza pari”, così veniva chiamata all’epoca di Lorenzo il Magnifico, fu la musa di Botticelli (un esempio ne è la Venere di Botticelli), Poliziano scrisse di lei e fece perdutamente innamorare Giuliano de’ Medici.

Simonetta possedeva tutte le virtù che nel Rinascimento facevano di una donna, una donna angelica: bellezza, purezza, intelligenza, prudenza e bellezza immortale.

Si racconta che il giorno del suo funerale fu portata per le vie di Firenze per far ammirare a tutti la sua bellezza senza tempo che era sopravvissuta alla malattia e alla morte.

Fu probabilmente con l’opera di Botticelli, la Nascita di Venere trascrizione visiva dei versi di Poliziano, che la bellezza della giovane divenne un mito. Per grande sofferenza di Giuliano de’ Medici, Simonetta a 16 anni si sposò con Marco Vespucci, parente di Amerigo.

Una presenza iconica, senza pari, che ha superato le speculazioni filosofiche-letterarie che l’avevano generata. Divenne l’ideale femminile del secondo ’400. Il suo volto si era ovunque, Madonne, Veneri, allegori femminili, anche la Beatrice di Dante fu raffigurata con le sue sembianze.

Simonetta Vespucci diede corpo al sogno platonico del tempo della donna che rende perfetto l’uomo che la ama, un sogno reso ancora più sublime dalla prematura scomparsa della giovane. Solo la morte, infatti, annullando il corpo, poteva trasformare la donna reale nell’ideale di donna, ninfa dei fiori e delle acque, custode delle virtù.

Negli affreschi della Nascita del Battista in Santa Maria Novella il Ghirlandaio trasferiva, com’era uso, la scena sacra nella contemporaneità, e i personaggi erano ben riconoscibili e di alto rango. Colpisce la presenza di una giovane che entra all’improvviso in un turbine di vento. Chiunque adesso potrebbe darle un nome: Simonetta Vespucci.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Simonetta Vespucci la donna che fece innamorare Firenze

FirenzeToday è in caricamento