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Cronaca Centro Storico / Via dei Conciatori

Via dei Conciatori: sgombero delle case occupate dagli anarchici | FOTO

Stanotte è partito lo sgombero di alcuni locali di via dei Conciatori, occupati dal 1980 da anarchici e Casa dei Popoli. Ingente il dispiegamento di forze dell'ordine

Quando ancora era notte, verso le sei di questa mattina, poliziotti e carabinieri erano già raccolti all’inizio del Lungarno della Zecca Vecchia. Cellulari, furgoni, tutti con i lampeggianti già accesi. A poche centinai di metri, una piccola strada del centro storico, stretta, c’è via dei Conciatori. Dalle cinque del mattino vi giungono persone alla spicciolata, due, tre per volta. Si formano i primi capannelli; brusii, dialoghi frenetici, concitati, e un freddo pungente. Si discute sul da farsi, la notizia è circolata per tutta la notte, dai cellulari al web. Tutti ormai sanno che questa è la mattina dello sgombero delle sede degli anarchici di Firenze e della Casa dei Popoli. Due civici distinti, il 2 ed il 4, occupati da ben 32 anni, fin dal 1980. L’occupazione cittadina più longeva, la più storica. All’interno non ci sono famiglie disperate. “Sono due centri socio-culturali, completamente autogestiti e storici della città”, dice un signore con la barba bianca che c’era fin dall’inizio, quando i locali allora furono ‘sequestrati’ da Democrazia Proletaria. Poi di mano in mano è passata sotto altre sigle, da Rifondazione Comunista, Artemisia, ed ha conosciuto nuove generazioni, ma è rimasta sempre in “piedi”. Fino a questa mattina.
Verso le 6,30 mezzi e uomini delle forze dell’ordine hanno mosso verso via dei Conciatori. Un centinaio circa gli uomini schierati nell’operazione. E tanti erano i mezzi, quanti ne basta per formare un piccolo ingorgo in via delle Casine. Nel frattempo, nella via dell’occupazione, i cassonetti dell’immondizia rovesciati a terra formavano una piccola barricata, a nord ed a sud della strada, ‘blindando’ l’area da proteggere. Dietro una cinquantina di fiorentini di tutte le età: capelli bianchi in testa e giovani studenti. Arriva un funzionario della questura in borghese: “Dobbiamo sgomberare i locali, stiamo eseguendo degli ordini precisi. Facciamo in modo che vada tutto liscio”, spiega con calma alle persone accorse a difesa delle due palazzine. “Conciatori non si vende”, “no allo sgombero”, gridano in coro. “Questa è solo un’operazione per favorire l’ennesima speculazione edilizia; state distruggendo un polo culturale per darlo in mano ai palazzinari”, dice un signore al funzionario. “Vogliamo aprire almeno una trattativa con il Comune”, incalza Lorenzo Bargellini, il leader del Movimento Lotta per la Casa. “Se siamo qui – lo interrompe il funzionario – è perché tutte le trattative sono fallite, non c’è più margine”.

Lo sgombero di via dei Conciatori Giorgi/Firenze Today

In sostanza, lo sgombero ‘sa da fare’, l’ordinanza firmata a Palazzo Vecchio parla chiaro. I due stabili devono tornare al legittimo proprietario. Chi? Un gruppo immobiliare che nel dicembre 2010 si è aggiudicato la seconda asta messa in piedi dopo la decisione, da parte dell’amministrazione comunale, di alienare il bene. La seconda, non la prima, andata deserta nel luglio dello stesso anno. “E’ stata venduta ad un prezzo al ribasso – raccontano gli occupanti – praticamente regalata. E’ mai possibili che qui, nel cuore di Firenze, si possano acquistare due intere palazzine a 1000 euro al metro quadro. Una follia”. “E’ uno schifo – dice un altro – abbiamo trasformato quest’ambiente in un luogo dell’incontro con laboratori, cinema, dibattiti; tutto aperto e gratuito. Ora questi 1700 metri quadri complessivi, venduti a poco più di mille e cento euro al metro, si trasformeranno in un nuova questione della giunta Renzi”. Eccolo spuntare, il sindaco, tra le bocche di chi questa mattina provava a resistere. Ci rimarrà per tutta la mattinata. “Ci caccia via con un’ordinanza, il sindaco dei giovani”, gridano in coro.

Ma il tempo delle parole è finito. Comincia ad albeggiare, il cielo si rischiara. I poliziotti in tenuta antisommossa si schierano all’inizio ed alla fine della piccola via. Spinte, urla, “libertà” gridano. Ma la polizia avanza, uno, due, dieci metri. Si ferma, poi riparte. Fino alla porta del civico 2. Intanto dei ragazzi si portano sul tetto, per protesta: “Da qui non scendiamo”. Entrano in scena gli operai. Colpi, botte alla porta. I piedi di porco a forzare i cardini. Dopo qualche minuto la porta è a terra, distrutta. Arriva un camion in retromarcia, comincia lo sgombero degli oggetti. Alcuni ragazzi contrattano con le forse dell’ordine e riescono a salire nelle stanze per recuperare il salvabile: computer, stufe, macchina del caffè, molte coperte. Alla finestra del primo piano del 4 rosso, Sandro Targetti, ex capogruppo di Rifondazione Comunista della Provincia a di Firenze, cerca di fare un ultimo tentativo di dialogo. “E’ una guerra tra poveri, deponete i caschi. Voi dovete essere dalla nostra parte. Stanno privatizzando l’acqua, privatizzeranno Ataf, sgomberano i centri culturali. Non capite che perdiamo e perderemo tutti”. Gli scudi avanzano, la porta del 4 rosso ora è libera per essere aperta, forzata, con le buone o con le maniere più robuste.

Ad assistere ed a portare la loro solidarietà agli sgomberati anche i Consiglieri comunali Ornella De Zordo e Tommaso Grassi. “Grazie all'ordinanza firmata dal Sindaco Renzi oggi un altro pezzo della Città passa dalla proprietà pubblica a speculazione privata”, affermano i Consiglieri comunali insieme al Consigliere provinciale Calò, e al Consigliere del Quartiere 1 Sodi. “E' stata necessaria una presenza numerosa delle Forze dell'Ordine per attuare lo sgombero dell'immobile dove da anni associazioni, gruppi e pezzi di movimento svolgono attività politica e culturale aperta alla popolazione. La proposta di autorecupero dello stabile da parte del 'Progetto Conciatori' non è mai stata presa in considerazione da parte dell'Amministrazione Comunale che ha proceduto con la messa in vendita dell'immobile, la sua aggiudicazione con una base d'asta irrisoria per il centro storico di 1150 euro a metro quadrato e la richiesta di esecuzione dello sgombero con la forza pubblica”.

“Si è avvallata un'operazione di speculazione urbanistica senza mai incontrare i soggetti che hanno animato le attività nell'immobile e che a più riprese avevano richiesto almeno un confronto con l'Amministrazione comunale. Con questa operazione - concludono De Zordo e Grassi - la Città perde due volte, si impoverisce di una esperienza di autogetione importante per il tessuto sociale fiorentino e vede una accelerazione verso lo svuotamento del centro storico di funzioni sociali e aggregative fuori dalle vie dello shopping e del consumo”
 

 

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