Maghi, sette e loro seguaci: “In Toscana un fenomeno in crescita dopo il Covid”

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“Un fenomeno in crescita dopo il Covid”. Luca Venturini, direttore dell'Accademia Italiana Studi Investigativi, racchiude in queste poche parole la situazione riferita al numero di seguaci e di sette presenti in Toscana. Un fenomeno che in tutta Italia vede il loro numero 'ufficiale' aggirarsi sulle 500 anche se, come specificò il Codacons nel 2022: “esistono numerose organizzazioni sommerse e segrete”. Dallo scandalo Forteto in poi la loro quantità sarebbe “rimasta stabile” nella nostra Regione mentre il numero di maghi sarebbe proliferato così come sarebbero emersi nuovi leader e credenze. 

Nuovi leader

Venturini, ex sottufficiale dell'arma dei carabinieri ha militato nei reparti speciali ed è stato nominato cavaliere della Repubblica. È un perito esperto in anticrimine e studia il fenomeno da più di 30 anni. “Ci interessiamo dei movimenti, sette o organizzazioni che commettono abusi o reati – sottolinea il direttore dell'Aisi - Non puntiamo il dito contro chi crede in generale, qualunque cosa sia”.

Rispetto ad anni fa, quando Venturini aveva iniziato il monitoraggio, sarebbe “cambiato tutto – come precisa - i maghi oggi in Toscana sono centinaia. I movimenti, quelli registrati, circa una quindicina. Ma quanti siano quelli non registrati, non è quantificabile. Abbiamo notato un aumento delle nuove sette coi vecchi leader di quelle storiche che sono morti o hanno perso il loro appeal. Ora iniziano i giovani, le nuove leve".

Tanti movimenti 'pseudo cattolici'

Insieme al gran numero di persone in Toscana che si rivolgono a presunti maghi, sarebbero molto diffuse "le psicosette e i movimenti settari a sfondo 'pseudo cattolico' - osserva Venturini - perché c'è un bombardamento, c'è una lesione, una intromissione nella libertà anche personale dell'individuo. Non sono quindi solo le sette sataniche ad essere pericolose. Ad esempio anche quei movimenti che vedono satana dappertutto sono altrettanto pericolosi. Perché uccidono le persone, come accaduto qualche giorno fa nel palermitano dove un uomo ha ucciso moglie e figlia perché pensava fossero possedute dal diavolo. Stanno emergendo anche queste situazioni".

Il peso del Covid

Finire nella rete di una setta, non è una cosa impensabile. "Credere è facilissimo - sottolinea Venturini - dopo il Coronavirus, con l'uso di Internet, questo è aumentato esponenzialmente: eravamo disposti a credere a tutto. Ci vuole un po' più di equilibrio. Basta una situazione di fragilità, come quando si perde il posto di lavoro, un periodo difficile, malattie o solitudine, e la persona può essere sensibile". 

L'aggancio è possibile ovunque, come seminari di associazioni non meglio identificate, tramite amici o incontri per così dire fortuiti. "Una persona si troverà a contatto con gente che sarà interessata a quello che interessa a noi - spiega Venturini - che ci capisce e ci farà sentire importante e necessaria. Ci segnalano spesso di giovani o persone che si sono allontanate da casa. Ci si accorge della setta quando si vede o accade qualcosa di strano o c'è una denuncia di una persona che non riesce a uscirne".

Nelle nostre paure

Venturini specifica che non vuole "né lanciare allarmi - puntualizza - né voglio criminalizzare nessuna credenza. Una cosa sono i movimenti religiosi e una cosa quelli in cui si commettono abusi. Per definirla setta pericolosa per esempio ci vuole una struttura piramidale, il leader o santone che fa credere agli altri di essere unto dal signore, che provvede al comando del movimento e che sfrutta, come successo ad esempio con la famosa Mamma Ebe. O situazioni gravi in cui ti vogliono curare da gravi malattie con acqua e zucchero o cose simili. Sono cose pericolose. Anche perché si calano nel nostro intimo, nelle nostre paure".