Mafia, Dia Firenze sequestra beni per 4 milioni a imprenditore calabrese

Il Tribunale di Reggio Calabria, su proposta del procuratore distrettuale Federico Cafiero De Raho e del direttore della Dia Arturo De Felice, ha emesso un decreto di sequestro di abitazioni, terreni, quote societarie e conti correnti per un valore di circa 4 milioni di euro nelle province di Prato, Ferrara, Roma, Cosenza e Reggio Calabria. Beni riconducibili a S.P., originario della Piana di Gioia Tauro, trasferitosi con il nucleo famigliare a Poggio a Caiano agli inizi degli anni ’90, località dove ha mantenuto la residenza fino al 2012, per poi fare ritorno nel Comune di nascita.
Dalle informazioni raccolte, il soggetto avrebbe assunto un ruolo di primo piano divenendo il referente economico-finanziario di vari esponenti della criminalità organizzata calabrese, alcuni dei quali ai vertici delle più pericolose matrici ‘ndranghetiste quali le famiglie Pesce e Bellocco di Rosarno (RC).

Dall’esame di indagini giudiziarie, delle frequentazioni, dei legami di parentela, degli interessi societari nonché della documentazione fiscale e bancaria, è stato possibile ritenere l’imprenditore indiziato di appartenere alle associazioni di tipo mafioso,  specializzandosi nel riciclo di somme di denaro derivanti da truffe all’Unione Europea per contributi elargiti ad aziende e cooperative agricole della Calabria, ottenuti grazie a false documentazioni e collusioni con impiegati pubblici della Regione Calabria.

L’odierno decreto, inoltre, ha riguardato il figlio dell’imprenditore,  avvocato, recentemente arrestato nell’ambito dell’operazione ONTA, per aver favorito la ‘ndrina Bellocco.