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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

"Rischio aggressioni, vogliamo il separé", esposto dei lavoratori contro Ataf

Dal sindacato: "Nei nuovi bussini elettrici non c'è più la protezione. Ci dicono che la misura potrebbe essere estesa a tutto il parco mezzi. Non possiamo subire un’aggressione mentre si è alla guida di un bus con 100 persone a bordo"

Lo scorso 16 marzo “abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica contro Ataf Gestioni”. A dirlo è Alessandro Nannini  dei Cobas Ataf che spiega come l’iniziativa sia scaturita da una “palese violazione” dell’art. 2087 del codice Civile, il quale impone al datore di lavoro “di adottare misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei propri dipendenti”. Secondo l’esponente dei Cobas la violazione sta nell’aver messo su strada i “nuovi bussini elettrici privati del divisorio che separa l’autista dai passeggeri”. Mossa che, come annunciato dall’azienda, “sarà estesa al resto del parco macchine”. 

Una scelta, sottolinea Nannini, “folle, basta leggersi i rapporti nazionali e studi europei: i lavoratori del trasporto pubblico sempre più frequentemente sono vittime di aggressioni. E subire un’aggressione mentre si è alla guida di un autobus con 100 persone a bordo, visto che così si arriva facilmente al posto guida o allo sterzo, è di una pericolosità unica”. Per Cobas, inoltre, l’esposto rientra nella logica della “sicurezza di chi lavora e di chi è trasportato”. 

Non si tratta, invece, “di paura del prossimo o del non volere un rapporto diretto con l’utenza, questo lo dimostriamo tutti i giorni durante lo svolgimento della nostra prestazione di guida, rispondendo alle domande più bizzarre, dando indicazioni stradali o informazioni utili all’utenza”. Per Nannini, “troppo spesso ci capita di trasportare un’utenza sempre più frustrata dal momento storico, dal servizio sempre più scadente offerto dalla nuova dirigenza”.

Esposto Cobas - Ataf-2

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