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Cronaca

I segreti del cimitero degli Inglesi

Anche Firenze ha la sua personale Spoon River. Parliamo del cimitero degli Inglesi, il luogo che ispirò uno dei quadri più famosi del mondo. Il celebre dipinto intitolato “L'Isola dei morti” del pittore svizzero Arnold Böcklin raffigurerebbe proprio il cimitero di piazzale Donatello. Un quadro suggestivo ed inquietante al tempo stesso, del quale persino Adolf Hitler possedeva una copia. Non è un caso dunque che la figlia di Böcklin sia sepolta proprio lì, insieme ad altri illustri ospiti.
Aperto nel 1827, s'impose fin da subito sull'antico Camposanto livornese, per secoli l'unico di tutta la Toscana in cui venivano accolte le salme di non cattolici e non ebrei. In particolare il cimitero fiorentino venne edificato da una società che rappresentava la Chiesa evangelica riformata svizzera, intenzionata a creare un cimitero internazionale ed ecumenico, destinato anche a russi e greco-ortodossi. 

Ma fu soprattutto la vasta comunità britannica di Firenze ad avvalersi di questo camposanto, dove ancora oggi si trovano le tombe più insolite, come ad esempio quella di Beatrice Shakespeare e Edward Claude Shakespeare Clench, gli ultimi discendenti di William Shakespeare, la poetessa Elizabeth Barrett Browning o ancora lo scrittore Giovan Pietro Vieusseux, fondatore dell'omonimo e prestigioso Gabinetto di Palazzo Strozzi. 

Nel 1865 l'architetto Giuseppe Poggi conferì al cimitero una forma ovale, al fine di inserirlo al centro della rinnovata piazza Donatello. Fu così che, isolandolo come una sorta di collina apparentemente inaccessibile, venne trasformato nell'isola dei morti, un luogo pieno di storia, tombe monumentali e fascino ineguagliabile. Sebbene dismesso già nel 1877, il cimitero rappresenta uno degli ambienti più suggestivi della città: un camposanto monumentale tutto da scoprire. 

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