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Cronaca

Ataf: niente sciopero ma per Pitti autobus a passo di lumaca

La protesta è stata revocata, così i lavoratori hanno deciso per il "Trenino per Pitti", dall'11 al 13 gennaio gli autobus viaggeranno a passo lentissimo

Niente sciopero Ataf, tutto revocato per domani. Come da previsione la Commissione di garanzia da Roma ha sentenziato: Pitti Immagine Uomo ha la precedenza sulla protesta. E se non fosse bastato il diniego della Commissione ci sarebbe stata una possibile precettazione degli scioperanti da parte della prefettura. Così Rsu e dipendenti dell’azienda hanno fatto un passo indietro. Una decisione ingoiata e digerita mal volentieri, di traverso e con non pochi mal di pancia. Tanto che i lavoratori, riuniti ieri sera in assemblea sindacale all’interno della mensa aziendale di viale dei Mille, hanno deciso di non deporre l’ascia di guerra. Contro la delibera approvata dal Consiglio comunale di Palazzo Vecchio, il nulla osta per così dire alla privatizzazione dei servizi, non sarà sciopero generale, su questo non ci piove; la protesta tuttavia, anche se in un certo senso mutilata, non si ferma. Ed allora saranno tre giornate a passo di lumaca. “Trenino per Pitti” è stata definita l’iniziativa approvata dall’assemblea all’unanimità che andrà in scena dall’undici al tredici gennaio. Autobus ed autisti procederanno a passo di lumaca con l’inevitabile risultato che pian piano le vetture si sommeranno l’una dietro all’altra, andando a formare un vero e proprio trenino; una lunga colonna lenta di protesta. Tradotto: quegli stessi bus che dovevano star fermi nei depositi, saranno quasi fermi per le strade di Firenze. Chiaramente in regolare servizio.
Certo lo sciopero paralizza la città. Firenze ha conosciuto bene durante tutto il 2011 i disagi delle giornate del ‘tutti in macchina’. Senza girarci troppo intorno lo scopo era quello di fermare la città durante Pitti; la protesta stava tutta qui. Non era stato infatti pescato a caso questo mercoledì undici gennaio. Un bello sgambetto alla politica fiorentina ed all’avversario numero uno della contesa, il sindaco Matteo Renzi, nei giorni in cui telecamere e taccuini di tutta Italia e di gran parte del mondo saranno concentrati alla Fortezza da Basso. Se questo è vero, è altrettanto vero, anzi lo è ancora di più, che bloccare la città avrebbe prodotto un’attenzione sul caso e magati un notevole impatto sull’opinione pubblica.

Per questo la rimodulazione: da sciopero a lumaca. Troppo allettante la vetrina di Pitti per farsela sfuggire del tutto. Le parole d’ordine dell’assemblea così sono state: non fermarsi, non sedersi. Ci negano – dicevano in molti in sala mensa – il diritto a scioperare; un precedente gravissimo. A questo punto dobbiamo essere compatti, provare a farci sentire lo stesso”. Viali, strade del centro, viuzze, ‘ostruite’ da autobus gigliati a passo lento – lentissimo, potrebbero dar vita complessivamente a disagi ancora maggiori. Tre giorni di ‘trenino’ e non è finita qui. In cantiere infatti ci sarebbe anche l’intenzione di mettere in piedi un vero e proprio sit-in davanti all’ingresso di Pitti. C’è la voglia di farsi sentire. Quando? Proprio domani, la giornata dello sciopero mancato. In condizionale è d’obbligo, non c’è nulla ancora di nero su bianco.

FUTURO – Oggi intanto potrebbe essere una giornata decisiva per l’azienda. Si inizia in mattinata con l’incontro tra il presidente dell’Ataf Filippo Bonaccorsi ed i rappresentanti sindacali. La riunione promette scintille: privatizzazione? Gara regionale sul gestore unico del Tpl? Nel pomeriggio, sempre Bonaccorsi sarà impegnato nell’assemblea dei soci, i nove Comuni proprietari della più importante azienda del Tpl si ritroveranno per la prima volta dopo che l’azionista di maggioranza assoluta, Firenze, ha approvato la delibera sulla privatizzazione. Obbiettivo: capire come si muoveranno i comuni a fronte di questa scelta determinante, pesante come un macigno, che potrebbe addirittura destabilizzare il patto degli azionisti. Vedremo. Un'altra cosa vedremo da domani: i nuovi adesivi contro la premiata ditta Renzi – Bonaccorsi. Dieci mila in tutto; presto invaderanno paline, cartellonistica, parchimetri. Non più il primissimo piano sorridente di Matteo Renzi. Questa volta il sindaco ha le fattezze di un neonato, intento a giocare con un autobus in mano. Al polso del baby-Renzi un palloncino arancione; dentro il volto di Bonaccorsi. Poi la scritta rossa: “L’Ataf non è un balocco. Non si vende”. Da una parte i nuovi slogan del dissenso, dall’altra il proseguimento su una linea netta e ben definita. “Dopo il voto favorevole della delibera in Consiglio comunale sulla privatizzazione di Ataf – ha affermato ieri Renzi – mi aspettavo una telefonata da parte dei sindacati. Invece niente, si continua con le proteste, con gli scioperi, la pagliacciata delle calze della Befana. Noi non abbiamo paura di nessuno e continuiamo ad andare avanti”.
 

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