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Sciopero dei metalmeccanici: in 10mila a Firenze / FOTO

Stop di otto ore, lavoratori da tutto il centro Italia: "Il governo cambi la linea economica"

Oltre 10mila tute blu hanno sfilato questa mattina per le strade di Firenze per protestare contro le politiche economiche del governo, invocando interventi per assicurare investimenti e piani industriali che garantiscano occupazione, diritti e sicurezza sul lavoro.

Il corteo fiorentino dei metalmeccanici, in piazza per lo sciopero generale di 8 ore proclamato da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, è partito dai lungarni ed è terminato in piazza Santissima Annunziata, dopo avere attraversato le strade del centro storico e piazza Duomo.

Oltre 10mila appunto, secondo gli organizzatori, le persone in piazza: lavoratori sono arrivati anche con pullman organizzati da Emilia Romagna, Liguria, Marche e Umbria. Altre manifestazioni si sono svolte a Napoli e a Milano.

“Denunciamo il 'degrado industriale' ed economico che imperversa nel nostro Paese", esordisce il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. Tra i presenti anche tanti lavoratori migranti, che sono quelli che spesso subiscono le condizioni più dure e di maggiore sfruttamento.

"In Italia ci sono oltre 150 tavoli di crisi industriali al ministero dello Sviluppo economico, che coinvolgono 210mila lavoratori (in Toscana circa 80mila, ndr). Molti rischiano di perdere il lavoro perché tante aziende vogliono chiudere o delocalizzare. Al governo chiediamo una seria politica industriale, per rilanciare i comparti produttivi, puntando su ricerca, sviluppo, formazione, investimenti e innovazione”, prosegue Palombella.

Nel Fiorentino emblematico il caso della Bekaert, con oltre 300 lavoratori ormai da quasi un anno con il fiato sospeso per la decisione della proprietà, da un giorno all'altro, di spostare la produzione in un Paese dove i lavoratori si possono pagare meno. Ci sono anche loro con i loro striscioni nel corteo fiorentino.

I metalmeccanici chiedono poi la riduzione delle aliquote Irpef sul lavoro dipendente, l’aumento dei salari, la reindustrializzazione delle aree di crisi, lo sviluppo di infrastrutture energetiche, digitali e dei trasporti.

Un secco no dei sindacati invece alla "controriforma" del codice degli appalti, che secondo l'esecutivo favorisce l'economia ma secondo molti, a partire dal presidente dell'autorità nazionale anti corruzione Raffaele Cantone, favorisce corruzione e clientelismi.

Su questo punto attacca anche Dario Nardella che questa mattina si è unito per un tratto al corteo dei lavoratori. "Le modifiche al codice degli appalti non solo non portano semplificazione, ma aumentano la possibliltà di infiltrazione mafiosa", dice il sindaco.

"Sono norme che non aiutano né le amministrazioni locali né le imprese. Serve invece un piano per ridurre le tasse sul lavoro, intervenendo sul cuneo fiscale, e incentivi per assumere", aggiunge il primo cittadino, intervenuto alla manifestazione "per dare sostegno ai lavoratori, in una manifestazione nazionale che non si vedeva da molti anni".

In piazza al fianco dei lavoratori c'è anche il presidente della Regione Enrico Rossi, il leader della Fiom Cgil fiorentina Daniele Calosi e la segretaria generale della Cisl Anna Maria Furlan.

"Chiediamo una riforma del fisco che non premi i ricchi come la 'Flat tax, ma lavoratori e pensionati", scandice Furlan. "La situazione è preoccupante, perché parliamo di migliaia di lavoratori e di lavoratrici a rischio. Tante vertenze aperte, se ne aggiungono altre, e non se ne chiude positivamente nessuna", aggiunge Furlan.

Un altro tema prioritario è quello della sicurezza sul lavoro, perché continuano ad essere tantissimi gli infortuni ed i morti sul lavoro. In media oltre tre morti al giorni, in pratica a livello nazionale i morti sul lavoro sono il triplo dei morti uccisi negli omicidi. Questo dicono i dati. E nel 2019 la situazione è tornata a peggiorare (qui gli ultimi dati per quanto riguarda la Toscana).

"Sul tema della sicurezza sul lavoro il governo è completamente latitante. Ogni mese è un bollettino di guerra. E anche lo 'sblocca appalti', che allarga la possibilità di fare subappalto, non sarà farà certo bene alla salute e alla prevenzione sul lavoro", aggiunge Furlan.

I sindacati sono tornati uniti come non accadeva da tempo e se il governo non risponderà alle richieste che arrivano dal mondo del lavoro diventa sempre più probabile la possibilità di uno sciopero generale unitario di tutte le categorie, da parte di Cgil, Cisl e Uil, per dopo l'estate. L'ultimo risale a diversi anni fa.

"Lo sciopero generale? Dipende da cosa deciderà di fare il governo. In ogni caso valuteremo unitariamente", assicura Furlan. Sulla stessa linea, anche meno diplomatico, Palombella: “Se le richieste resteranno inascoltate lo faremo”. L'estate è torrida, si annuncia un autunno altrettanto bollente.

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