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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Centro Storico

Sciopero e corteo dei lavoratori delle telecomunicazioni a Firenze | FOTO

I lavoratori del settore delle telecomunicazioni hanno protestato formando un corteo che si è snodato per le strade cittadine. Lo sciopero per chiedere di non delocalizzare i servizi

Stamani, nell'ambito dello sciopero nazionale, si è tenuta a Firenze la manifestazione regionale dei lavoratori del settore delle telecomunicazioni. Lo sciopero è stato indetto da Slc/Cgil, Fistel/Cisl e Uilcom/Uil, insieme a tutte le RSU, per protestare, fanno sapere i sindacati, contro le “scelte di Confindustria che vuol favorire le delocalizzazioni del lavoro all'estero, con evidenti danni al paese, rendere la gestione degli appalti una vera e propria concorrenza al ribasso sui costi e, infine, tagliare i diritti dei lavoratori dell'intero settore”.

Il corteo, partito in mattinata da piazza dell'Indipendenza, si è snodato nel centro cittadino: mille lavoratori hanno sfilato prima in via Cavour, poi hanno imboccato via dei Cerretani, armati di bandiere e fischietti. Fino a farsi sentire in via Valfonda, davanti alla sede di Confindustria, per chiudersi alla Fortezza da Basso.

Corteo settore delle telecomunicazioni a Firenze



“Questo è solo la prima protesta, il prossimo 19 ottobre saremo tutti insieme a Roma – ha tuonato Giuseppe Consentino della Slc/Cgil– . Gli stipendi sono bloccati dal 31 dicembre scorso”. Nel mirino dei sindacati la possibilità data alle aziende di portare altrove parte dei servizi. Per questo le parti sociali chiedono garanzie retributive, clausole sociali e lo stop alle delocalizzazioni. Oltre a garanzie retributive e normative CCNL per i lavoratori a progetto.

 “I danni di queste scelte - si legge in una nota - non riguardano solo i lavoratori, ma anche tutti coloro che usufruiscono di servizi di telefonia, sia mobile che fissa: abbattimento della qualità del servizio, investimenti insufficienti, licenziamenti e precarietà del lavoro, sono solo alcune conseguenze delle scelte che confindustria e le grandi aziende hanno determinato in questi ultimi anni”.
 

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