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Cronaca

Sciopero delle commesse. La solidarietà di Barducci: "Protesta legittima"

Il presidente della Provincia di Firenze al fianco dei lavoratori del commercio domani in sciopero: "Mi auguro che la Corte Costituzionale cancelli quanto prima questa ingiustizia"

Domani lavoratrici e lavoratori toscani del commercio incroceranno le braccia. Un’intera giornata di sciopero indetta dalle tre sigle sindacali di riferimento, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil. Il tema è noto: da una parte le liberalizzazione degli orari contenuta all’interno della manovra del governo (‘Salva Italia’), dall’altra il malcontento dei dipendenti e delle parti sociali che da mesi si stanno battendo per preservare il diritto al riposo durante i giorni festivi e ricorrenze (che siano laiche o religiose). Di traverso alla decreto del governo la Regione Toscana, prima ad appellarsi alla Corte Costituzionale, poi promettendo di fissare dei limiti di orari alle aperture di modo che la grande distribuzione non fagocitasse i piccoli negozi.

La vicenda nacque a Firenze con la polemica sull’apertura degli esercizi commerciali per il Primo Maggio. Una diatriba feroce, dove si ‘sbranarono’ il sindaco di Matteo Renzi e i sindacati, in particolar modo la Cgil. Da allora è cambiato poco: il governo che non fa un passo indietro, la Regione che temporeggia. I lavoratori così hanno scelto la via della la piazza. Prima la protesta nel parcheggio del centro commerciale I Gigli, all’interno dell’iniziativa ‘Domeniche No Grazie’. Domani lo sciopero. Un’iniziativa che in queste ore ha raccolto l’adesione e la solidarietà del presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci. Barducci anche questa mattina infatti, una volta di più, ha cassato il provvedimento del governo definendolo “ingiusto, inutile e fuori tempo”.  

BARDUCCI – “Anche tra gli economisti più ortodossi – ha sottolineato il presidente – si comincia a capire che non si esce dalla crisi sfruttando sempre di più i lavoratori. Questa è una visione arretrata dei processi economici che comincia a traballare anche nei paesi asiatici. Del resto lo dimostra l'esperienza italiana di questi ultimi mesi: la dilatazione degli orari e del calendario di apertura dei negozi non ha prodotto nessun aumento delle vendite e nemmeno la grande distribuzione ha aumentato i fatturati. Quello dei commessi e delle commesse è stato un sacrificio inutile”. “Ecco perché – ha concluso – considero del tutto legittimo lo sciopero indetto dai sindacati per il primo giorno di novembre. Se non cambia la legge, e io mi auguro che la Corte Costituzionale cancelli quanto prima questa ingiustizia, questo è l'unico modo per tutelare i diritti e la dignità dei lavoratori del commercio”.
 

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