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Cronaca Le Cascine / Piazza Vittorio Veneto

Scandalo parcheggi abusivi, raffica di arresti. In manette anche il capo dei controllori Sas

Operazione "Free Parking" della polizia municipale. L'ipotesi della procura: ausiliari Sas e parcheggiatori abusivi "collaboravano" e si spartivano i proventi dei parcheggi

Scoppia lo "scandalo parcheggi" a Firenze. Dall'alba di stamani, circa 120 agenti del reparto anticrimine della polizia municipale stanno eseguendo 19 misure cautelari nei confronti di altrettante persone, su disposizione del gip del tribunale di Firenze. Sono state arrestate 12 persone (8 in carcere e 4 ai domiciliari), tra le quali un funzionario e personale ausiliario di SaS, la Società di Servizi alla Strada, interamente partecipata dal Comune di Firenze che gestisce il controllo della sosta nei parcheggi pubblici a pagamento, oltre a dieci parcheggiatori abusivi che operavano nella zona di piazzale Vittorio Veneto.

L'inchiesta della procura di Firenze è coordinata dal sostituto procuratore Paolo Barlucchi: tra i reati ipotizzati, quelli di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all'estorsione (per i 10 parcheggiatori abusivi), concorso esterno all'associazione per due controllori della sosta SaS, assenteismo dal lavoro e abuso di ufficio per 9 controllori della sosta SaS, oltre che, a vario titolo, truffa aggravata, tentata estorsione, induzione a dare o promettere utilità, corruzione elettorale, ricettazione e usura.

Le reazioni sullo scandalo parcheggi

Secondo l'accusa, infatti, "una ben radicata e strutturata compagine criminale (...) operava in Firenze da numerosi anni, in special modo nel parcheggio pubblico posto in Piazza Vittorio Veneto (ma con ramificazioni anche in altri parcheggi fiorentini, oltre che, in alcuni casi, a Bologna e a Milano), ove quotidianamente taglieggiava i malcapitati automobilisti: per la maggior parte turisti, ma anche cittadini fiorentini costretti a pagare loro anche 50 euro al giorno per poter parcheggiare le proprie auto. In alcuni casi con la velata minaccia di possibili futuri danneggiamenti, in altri, raggirandoli circa la liceità di tali pagamenti".

In manette è finito anche il capo dei controllori di SaS, Nicola Raimondo, insieme a 10 parcheggiatori ausiliari. Colpiti dalla misura della sospensione dal pubblico esercizio 6 ausiliari del traffico. Sempre nell'ambito dell'inchiesta, una persona è stata sottoposta alla misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le perquisizioni locali e domiciliari sono state 25.

Nel corso delle indagini - che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche, registrazioni video, attività di osservazione, controllo e pedinamento - gli inquirenti si sono presto resi conto che la banda, per compiere indisturbata tali attività criminali, si avvaleva del contributo di alcuni controllori della sosta compiacenti, "dipendenti della SaS che favorivano il sodalizio criminale nella loro veste di incaricati di un pubblico servizio".

Non solo. Lo sviluppo delle indagini ha fatto emergere come quasi tutti i controllori della sosta, dipendenti di Servizi alla Strada spa, fossero soliti "sospendere fraudolentemente la loro attività lavorativa per numerose ore durante la giornata, in alcuni casi addirittura per intere giornate lavorative passate presso le proprie abitazioni, nei centri commerciali o in pranzi luculliani di gruppo presso vari ristoranti cittadini".

Inoltre, sempre i medesimi soggetti, "erano soliti sopprimere o comunque annullare illegittimamente, in favore di amici e conoscenti, numerosi verbali al codice della strada, da loro stessi elevati durante i controlli. Tali circostanze sono state ripetutamente documentate da immagini video registrate dal personale del reparto anticrimine appositamente appostato in osservazione".

Perquisiti anche gli uffici della società Servizi alla Strada in via Marconi e in via del Romito, oltre alle abitazioni del personale indagato che risiede a Firenze, Sesto Fiorentino, Scandicci e Bagno a Ripoli. Almeno tre dei parcheggiatori abusivi arrestati abitavano peraltro nell'Albergo Popolare. L'inchiesta è nata dalle segnalazioni dei cittadini e dei turisti "tartassati" dagli abusivi.

Tutti gli arrestati sarebbero stati convocati per un corso di formazione interno e, al momento dell'inizio della lezione, sarebbero scattate le manette per tutti gli indagati. Nel corso delle indagini sarebbe emerso che i dipendenti della SaS avrebbero addirittura 'fornito' pettorine e blocchetti "ufficiali" per 'lavorare' ai parcheggiatori abusivi. Quindi "regolari" e "irregolari" si sarebbero spartiti i proventi.

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