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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'allarme

Sanità, nuova manifestazione il 23 gennaio: “Nessuna risposta da Regione e Asl sulla riduzione degli organici”

La Uil Fpl: “Devono dirci come fronteggiare il taglio di centinaia di operatori. La realtà è che servono assunzioni”

Sindacati e lavoratori in piazza il prossimo 23 gennaio contro i tagli al personale. “Nessuna risposta da Regione e Asl sul piano industriale per far fronte alla riduzione degli organici”, dicono Flavio Gambini, segretario generale Uil Fpl Toscana e Pietro Casciani, segretario Uil Fpl con delega alla sanità. 

“In questi giorni stiamo discutendo in ogni azienda sanitaria i Piani triennali di fabbisogno di personale 2024/2026, la musica in ogni azienda è sempre la stessa, riduzione di personale”. Tuttavia, sottolineano, “quello che manca oggi in discussione sui tavoli di confronto con la Regione Toscana è il piano industriale che la Regione e le Aziende sanitarie vorranno adottare per far fronte a questi tagli di centinaia di operatori in Toscana. Come pensano di rimodulare i livelli essenziali di assistenza e gli standard qualitativi della nostra sanità, a fronte di una riduzione di personale?”. 

“La parola d’ordine deve essere: assunzioni”

La Uil Fpl denuncia l’assenza di risposte a queste domande, ribadisce la contrarietà ai tagli prospettati dalla Regione e rilancia: “Crediamo che la parola d'ordine debba essere ‘assunzioni’: infatti, dopo il periodo pandemico, abbiamo assistito a una contrazione importante degli organici, ora ridotti all’osso.  Già di per sé il tetto di spesa imposto alle aziende strozza il sistema sanitario, non permette in generale una gestione semplice, oltre a diminuire vistosamente la qualità dei servizi offerti alle persone”. 

“No alla sanità a cottimo”

Per Gambini e Casciani il problema delle carenze di organico è “in buona parte causato dall’abitudine consolidata di non sostituire le assenze a medio e lungo termine- infortuni, gravidanze, aspettative, malattie lunghe. In pratica si scaricano i diritti sanciti per legge dei lavoratori, su chi resta in servizio”. Nella nota il sindacato stigmatizza  “le forme incentivanti per coprire i turni, sistema questo, che da una parte vede il favore dei lavoratori che a fronte di un corrispettivo rientra in servizio il giorno di riposo, ma dall’altra a lungo andare rischia è di diventare un vero e proprio ‘cottimo in sanità’, il che è chiaramente non accettabile, sia per la sicurezza e salute dei lavoratori e le ripercussioni sulla quantità e qualità dei servizi”. Da qui la decisione di scendere nuovamente in piazza, questa volta a fianco di Cgil e Cisl. 

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