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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Casciano in Val di Pesa

La battaglia del sindaco contro le antenne telefoniche: "E' un far west"

Il primo cittadino di San Casciano contro l'installazione selvaggia delle antenne telefoniche: "Le società possono metterle quante e dove vogliono"

Le antenne 5g tornano a far discutere. E no, non per le radiazioni che secondo alcuni scatenerebbero dei problemi di salute nei cittadini, ma perché a breve San Casciano potrebbe esserne circondata. A lanciare l'allarme è Roberto Ciappi, sindaco del paese che fa parte del territorio del Chianti. Al centro della questione la legge 36 del 2001, che di fatto esclude i Comuni dalle collocazioni delle antenne nelle aree pubbliche e private. 

“Che legge è quella che tiene un Comune fuori dalla valutazione delle aree dove installare un'antenna sul proprio territorio? Per quale motivo la normativa nazionale, che disciplina il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di telecomunicazione, non tiene minimamente conto della volontà e delle indicazioni di un ente pubblico che lavora nell'esclusivo interesse della sua comunità?” tuona il sindaco, che chiede di modificare l'attuale normativa.

“Abbiamo provato anche a fare un piano delle antenne – continua il sindaco – per cercare di soddisfare i bisogni di chi doveva installarle e dialogare con queste aziende. Non siamo contrari alla tecnologia del 5g, ma ci tengo a sottolineare che questo è un territorio di pregio e di bellezza paesaggistica come pochi ce ne sono in Italia e al mondo”. Il problema principale, secondo il primo cittadino di San Casciano, è che le società attraverso una semplice comunicazione e un accordo col privato può posizionare sul territorio quante antenne vuole e dove preferisce. “Ovviamente l'accordo col privato è di tipo oneroso. Normale che se offrono 20.000 euro per tenere un'antenna sul proprio terreno, si tratta di un'offerta che fa gola a tutti. In questo modo l'apparato può anche arrivare a 20/30 metri di distanza da un'abitazione”. 

“E' un paradosso – aggiunge Ciappi – in quanto questi sono territori molto vincolati, dal colore delle persiane ad altre piccole opere dove occorrono permessi su permessi.  Vedere invece che le linee indicate dal Comune non debbano essere minimamente valutate dall’operatore, che diventa l'unico soggetto in grado di definire le collocazioni, rischia di trasformare la situazione in un far west. Si rischia che in una collina si vedano tre o quattro antenne tutte insieme”. 

Verrebbe da dire quasi un caso raro, ovvero un'istituzione che chiede a gran voce di avere delle responsabilità piuttosto che non averle. Con la speranza che le alte rappresentanze dello Stato possano intervenire al più presto per mettere mano all'attuale normativa. “Vorremo che fosse varata una regola che, sotto questo punto di vista, ci ridarebbe la possibilità di rivendicare e di decidere sul nostro territorio. Siamo un soggetto locale, nessuno più di noi è a conoscenza delle esigenze del nostro Comune. Il mio interesse è quello di riuscire a partecipare ad una scelta perché possa essere quella più giusta per tutti i cittadini”. 

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