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Cronaca

Tassa di soggiorno: Federalberghi prepara il ricorso al Tar contro il Comune

Intervista al presidente dell'associazione degli albergatori Francesco Bechi che annuncia l'immediata impugnazione della norma, e attacca Renzi su tutta la linea: "Chi deve smettere di fare politica è proprio lui"

Lunedì il consiglio comunale di Palazzo Vecchio ha dato il via alla tassa di soggiorno; da una parte l’esigenza di bilancio, dall’altra le proteste degli albergatori e degli operatori di mercato. Nel mezzo il parere del Tar; se prima una minaccia, oggi una certezza. Ne parliamo con il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi.

Presidente Bechi, con il voto favorevole in Consiglio comunale di lunedì l’imposta di soggiorno è una realtà.
Abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà a questo tipo di imposta, perché nasce culturalmente da un processo sbagliato che premia il turista giornaliero, che non dorme ma che usa e consuma  la città oppure si appoggia in strutture non regolarmente censite, penalizzando chi davvero porta ricchezza a tutti. Avremmo preferito un provvedimento che tenesse conto di queste logiche, come è successo per la city tax in America che prevede prelievi proporzionali da applicare alle categorie merceologiche differenziate. Evidentemente è stato molto più semplice andare a rispolverare un contributo vecchio di 50 anni, tolto di mezzo circa 20 anni fa.

A questo punto cosa farete?
Oggi avremo modo di conoscere ufficialmente la delibera votata lunedì, la valuteremo attentamente, anche se già ci risulta essere la stessa che, non più tardi del 23 maggio scorso, è stata presentata alle categorie. Per quel che riguarda l’immediata applicazione che scatterà dal primo di luglio, vorrei solo far presente che noi ancora non siamo stati informati da nessuno né sulle modalità né sulle logiche; viviamo un cambiamento nella totale disinformazione.

Una volta che avrete la delibera in mano la impugnerete al Tar?
Assolutamente si, abbiamo già dato mandato ai nostri legali; a nostro avviso la norma presenta dei vizi di illegittimità perché non conforme ai criteri stabiliti dal decreto legge che introduce nell’ordinamento la tassa di soggiorno. C’è chi ha voluto fare le corse per cercare di applicare in tutti i modi questa imposta, senza tener conto della pluralità delle situazioni che, in questo momento, stanno facendo riflettere altri comuni italiani, anche i più agguerriti in questa direzione, Venezia in primis.

Il caso di Firenze farà giurisprudenza, come Federalberghi avete paura che possa fare da testa di ponte per le altre città della penisola?
Il decreto legge consente l’introduzione dell’imposta nei capoluoghi di provincia ed in certi comuni individuati appositamente dalle regioni, che già si stanno muovendo in questa direzione; è chiaro che Firenze farà da riferimento per capire le logiche di applicazione ad esempio sui criteri della proporzionalità e gradualità, che a nostro avviso non possono rispecchiare la suddivisione delle stelle come è stato sancito, visto che la legge chiaramente fa riferimento al prezzo. E’ palese che tutte le altre città interessate seguiranno molto da vicino questo caso.

Per criterio di proporzionalità e gradualità intende per esempio che un due stelle a Novoli non ha lo stesso listino di un due stelle in Santa Maria Novella?
Certo, proprio questo. A Firenze questi criteri vengono completamente disattesi; vogliono numeri certi, perché su questi devono costruire il bilancio. Si dice che questi fondi saranno incanalati per finanziare la riqualificazione turistica, come previsto dal decreto legge, poi di fatto quello che cercano è la quadratura di un cerchio per coprire il bilancio. Lo dimostra il fatto che la parte massimale di questa raccolta sarà destinata a settori per nulla pertinenti con le possibilità introdotte dall’istituzione di questa imposta.   

Visto che la norma entrerà in vigore retroattivamente rispetto ai contratti che avete stipulato con i tour operator, come gestirete l’impasse, chi paga?   
Questo è un ulteriore problema, che ovviamente graverà sulle  nostre spalle. Laddove la maggior parte dei tour operator ha contratti chiusi e prezzi fissi è ovvio che saremo noi che ci dovremo accollare questo onere. Quindi non il turista ma saranno gli alberghi a doverli incamerare, e questa situazione si ripercuoterà anche durante il prossimo anno. Dovremo ricontrattare tutte le tariffe, chi è del settore sa quanto sia difficile affrontare trattative in cui si ritocca il prezzo verso l’alto, e non di poco: per un albergo a quattro stelle, l’aumento in camera doppia, e di otto euro a notte. A questo va conteggiato l’ingresso sotto le porte telematiche per chi viene con l’automobile; poi c’è il ticket  forse il più alto in assoluto d’Europa sui bus turistici. Insomma ci sono in campo tutta una serie di elementi che si sommano l’un l’altro, che fanno pensare che più che costruire un centro riqualificato, faremo una specie di città proibita modello Pechino. Comunque la considerazione sul turismo è questa, per questo invito il nostro primo cittadino ad occuparsi, così come lo fa per noi, di altri comparti economici.

Quali sono le reali conseguenze sull’indotto alberghiero?
Abbiamo una benchmark, un osservatorio che analizza i dati: semplicemente il prezzo complessivo degli alberghi viene diviso per le presenze in albergo in maniera da ottenere il ricavo medio per camera. Ad oggi questa manovra, per fare un esempio sui dati del 2010, prendendo il ricavo medio delle camere di un hotel quattro stelle, pesa per circa il 6,5% come aumento del costo. Non sono pochi euro come si dice, non è un euro a stella, detto così sembra facile. Per non parlare del regime di esenzione estremamente limitativo visto che scatta dopo il decimo giorno, in barba alla direzione che stanno prendendo le altre città. Il cliente alla fine guarda quanto paga, non se cento euro sono per la camera e otto per la tassa di soggiorno.Tutto quello che di penalizzante si poteva fare per il settore è stato messo in pratica.

Ha sentito il polso dei suoi colleghi, come hanno reagito?
C’è molta delusione, dico la verità; alla fine di tutta questa storia al di là delle problematiche, nasce un sentimento di profondo rammarico per come si è portato aventi il confronto tra chi governa il territorio e chi ci lavora, investe, fa impresa, e cerca di mantenere posti di lavoro. Ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso. Noi in due anni non siamo mai stati chiamati ad un confronto ed è sempre stato disconosciuto il ruolo che le categorie rappresentano in questa città. Vogliamo capire se serviamo o no; se si, esigiamo un percorso a 360 gradi. In questi mesi invece le nostre richieste di confronto non hanno degnato l’amministrazione di neppure una risposta. E’ una cosa molto grave; per fortuna siamo in democrazia, quando torneremo sotto elezioni valuteremo e decideremo.

I dati sul turismo toscano evidenziano un boom su settori medio alti, ma una flessione su quelli a basso costo. Questa misura infierirà ancor di più su questo comparto?
Credo che dopo tre anni che per noi sono stati peggio di Fukushima, senza fare demagogia spicciola, in un momento così delicato in cui uno spiraglio si sta riaprendo all’orizzonte, avremmo avuto bisogno di incentivi e agevolazioni. Capisco che questi interventi possano aiutare le finanze delle amministrazioni, però mi sembra profondamente ingiusto che alla fine a pagare sia una sola categoria.

Il sindaco Renzi ha dichiarato che sarebbe il caso che si smettesse con queste polemiche, anche perché il più 10% di presenze sta a sottolineare la bontà dell’operato dell’amministrazione.
Ho sentito anche altre affermazioni in cui ha detto che i turisti “insudiciano e consumano”; dico che probabilmente sono quelli cha arrivano la mattina e vanno via la sera, che non lasciano niente alla città. Questo problema, quello degli escursionisti, lo abbiamo sollevato da anni senza avere nessuna risposta. E’ indubbio comunque la frase è molto brutta e che regala all’opinione pubblica l’immagine del turista in una veste da Attila delle nuova generazioni. Chi deve smettere di fare polemica è proprio lui.


 

 

 

 

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