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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Renzi testimonia nel processo per corruzione sull'area Castello

Renzi è stato sentito in funzione di testimone nel processo sull'area di Castello. Il primo cittadino ha anche fatto notare come ci fu una sincronia con le voci sullo stadio

Torna l’affaire Castello, area di periferia sempre al centro delle polemiche da quando fu posta sotto sequestro per un presunto giro di corruzione. Il processo vede al centro alcuni pezzi da novanta della ex giunta Domenici. L’ assessore Cioni e Biagi oltre al proprietario dell’area Ligresti insieme a dirigenti e tecnici della Fondiaria.
Oggi in aula c’era il sindaco Renzi, in vece di testimone, in quanto all’epoca era presidente della Provincia. Secondo Renzi la convenzione tra Comune e Fondiaria, per la trasformazione di 168 ettari, era contra legem. Per questo decise di non accettare, come stabilito appunto dalla convenzione, lo spostamento degli uffici in quella zona e aprì ad un bando pubblico per reperire sul mercato una location adatta a 900 dipendenti e scuole superiori. "Per noi ciò era contra legem, contro le leggi sugli appalti - ha detto Renzi -: come Provincia non potevamo individuare così il costruttore senza osservare le gare, le forme di pubblicità e di trasparenza previste dalla legge; da quel momento da parte nostra non si muove più un passo".

INCHIESTA - Dall'inchiesta della procura è emerso che il bando fu motivo di forte critica politica contro lo stesso Renzi da parte del Comune. Dopo che "nel gennaio 2006, come Provincia, firmiamo con Comune e Regione un protocollo d'intesa per spostare gli uffici a Castello - ha ricordato oggi in aula Renzi - questo protocollo ha uno stop. Succede quando Provincia e Comune non si trovano più d'accordo su uno dei paletti chiave: secondo il Comune vigeva il testo risalente alla convenzione, per la quale la progettazione e la costruzione dell'edificio sarebbe stata affidata al privato proprietario dell'area, la Fondiaria".
Quando pm e presidente hanno chiesto se sorsero  contrasti con l'assessore Biagi, Renzi ha risposto"sì dal momento che la Provincia voleva procedere a un bando di gara diverso, che viene bandito nel gennaio 2008 mentre la gara si svolge nel luglio del 2008 e che non andò bene tanto che decidemmo poi di lasciar perdere". "So che in quel periodo Biagi mi cercava ma non lo incontrai per scelta", quanto al sindaco Domenici "gliene parlai a bando fatto, perché era corretto fare così". Anche perché "Domenici non é mai stato particolarmente l'uomo che approfondisse nel merito le questioni amministrative, che indicasse cosa fare; diceva sempre di parlarne con altri". Renzi ha ribadito che la convenzione "era contra legem, e lo credo ancora. Non è che cambiando ruolo, ora come sindaco di Firenze, cambio idea. Quella convenzione è palesemente in contrasto con la norma di legge, che prevale", tanto che "se si dovesse ripartire da oggi, è evidente che la cosa sarebbe azzerare gli atti e ripartire con una nuova convenzione". Renzi ha anche ricordato le perplessità dell'ex presidente della Toscana Claudio Martini sul progetto per Castello che Ligresti venne a presentare a Firenze: anche per la Regione era stata individuata dal Comune un'area su Castello dove portare una parte degli uffici.

STADIO - Nel 2008 Fondiaria Sai offrì a Renzi il terreno di Castello "fu un evidente cambio di rotta - ha osservato Renzi - Non ci veniva più proposto di realizzare la sede a Castello in base allo schema della Convenzione tra Comune e Fondiaria, che come Provincia criticavamo, ma di acquisire direttamente il terreno". "Accadde nel settembre 2008, quando venni invitato a un pranzo con il dirigente di Fondiaria, F.R (tra gli imputati del processo, ndr) - ha chiosato il sindaco in aula - Rapisarda fece a noi della Provincia la proposta di cessione dell'area per costruirvi i nostri uffici. Non detti risposta, e presi tempo lasciando poi cadere la cosa". Renzi ha anche ricordato che "curiosamente quello stesso giorno, o il giorno dopo, ci fu l'iniziativa in cui si cominciò a dire di costruire il nuovo stadio di Firenze proprio a Castello".

CASE - Il pm Tei ha poi chiesto al primo cittadino se fosse vero quanto affermato dal neo assessore comunale all'urbanistica Titta Meucci circa l'edificazione su dieci ettari di case popolari nell'area di Castello. "Al momento 80 ettari sono interamente previsti come parco, e ciò si conferma. - ha detto Renzi - Non ci sono atti formali in questa direzione". Inoltre "sull'area si rimane fermi anche perché il proprietario non ha chiesto il dissequestro", ha detto Renzi. "Escludo che ci sia interesse del Comune a fare case popolari a Castello", ha quindi chiosato il sindaco di Firenze, rispondendo al pm che ha insistito nell'avere un chiarimento su questo punto delle case popolari in base a dichiarazioni comparse sulla stampa locale. In generale, su Castello, Renzi ha poi ricordato di aver "chiesto una consulenza tecnica su stato dell'arte dell'area su cui gravano scelte sedimentate nel tempo che rendono difficile un giudizio secco; orientarsi nel mare magnum di Castello è molto delicato. Ribadisco che per me la convenzione sull'area è contra legem".
 

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