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Cronaca Centro Storico

Carico e scarico merci, reportage di un giorno di ordinaria follia

Dopo l'introduzione del nuovo regolamento sullo scarico merci nell'azienda ortofrutticola Fanti si comincia a lavorare dalla mezzanotte. Abbiamo seguito passo passo e dall'interno cosa è cambiato per chi "consegna" nel centro storico

Quando si accendono le luci dentro al capannone è notte fonda; mezzanotte in punto, nel magazzino ortofrutticolo Arduino Fanti, per i magazzinieri, il lavoro comincia presto. E da questo lunedì, con l’entrata in vigore del nuovo orario per il carico e lo scarico della merce in centro storico, ancor prima: “per forza – ci dice Guido Fanti, titolare della ditta – viviamo di consegne, ma dietro a queste c’è lavoro, preparazione e tempo; con il nuovo regolamento siamo costretti ad anticipare tutta la nostra organizzazione di almeno un’ora”. La ditta Fanti è sul mercato da più di cinquant’anni; da una trentina fa base alla Mercafir, il grande centro alimentare polivalente di viale Guidoni. Quindici dipendenti affiancati da cinque o sei padroncini, secondo il bisogno; camion, furgoni e i piccoli mezzi e centinaia di quintali di frutta e di verdura che ogni giorno è distribuita e smerciata ad alberghi, ristoranti, autogrill, ospedali. 
Dall’una alle tre arrivano tutti gli altri: autisti, gli altri magazzinieri, ed il signor Fanti, come da sempre all’una e trenta di notte. Il lavoro avviato dai primi “pionieri” notturni entra a pieno regime, i muletti carichi di cassette di frutta frullano come trottole. Dalle ordinazioni, alle bolle, alla sistemazione della merce in base agli scarichi ed ai clienti. Alle sette in punto partono i primi due carichi per il centro con una quindicina di consegne a testa. “Prima di lunedì il centro se lo dividevano in due autisti – continua Fanti – ora devo mandarne tre e a volte mi tocca pagare un padroncino per assicurare tutte le consegne”.
 

vita di un fornitore


In centro l’azienda rifornisce alberghi e ristoranti, ed anche quest’ultimi si sono dovuti adeguare al nuovo sistema di consegna della merce: “è un discorso generale – dice Fanti – vale per noi della distribuzione ma anche per i commercianti che necessariamente, per ricevere la frutta e verdura, sono costretti ad anticipare l’orario di apertura, o quantomeno mandare un dipendente ad aprire i locali ai nostri fornitori. E’ chiaro che in questa ruota i costi aumentano per tutti, secondo una prima stima per noi potrebbero aumentare fino al dieci percento”.
Poco dopo le sette e trenta parte Francesco, cinquantenne di origine salernitana, dal ’74 a Firenze (“venni con in tasca trentamila lire”) due figlie all’università, da più di trenta anni in ditta. Non fa in tempo a mettere la prima che lo chiamano con un urlaccio: “Hanno chiamato dalle Giubbe Rosse, gli servono i pomodori”. Si ferma, scarica quasi mezzo cassone, carica i pomodori e ricarica le cassette tolte qualche minuto prima: è una questione cronologica, per ottimizzare il lavoro tutto è caricato a seconda della tabella degli scarichi, e le Giubbe Rosse sono a metà del percorso. Finalmente parte; sono le sette e quaranta, da dieci minuti è già iniziata l’unica finestra giornaliera per la consegna della merce. L’imprevisto dei pomodori ha inciso sulle lancette e molto. Da viale Guidoni risale fino a viale Redi, qualche rallentamento dovuto all’immancabile traffico, qualche zig e zag da manuale ed entra alla stazione. Alle otto e cinque fa il primo scarico, in piazza Santa Maria Novella. Si ferma dove può, poche cassette per il ristorantino, se le carica su una spalla e consegna. Un minuto dopo è di nuovo sul camioncino: “prima e seconda, prima e seconda, a volte ho messo la terza” dice Francesco. 
Entra nella zona calda del centro, il via vai dei camioncini è frenetico: carne, frutta e verdura, latticini, ritiro del cartone, del vetro, servizi di lavanderia, corrieri espressi, furgoni per tutte le esigenze e di tutte le marche. Da qui in poi parcheggiare è più complicato, ogni autista cerca di fare alla meglio, ogni “buco” è buono per fermarsi. A volte le cose si forzano un po’, le strade sono strette e i marciapiedi diventano amici. Alle otto e dieci il secondo ed il terzo scarico, in via Porta Rossa, angolo piazza Davanzati. Uno con il carrello. L’altro, per un albergo senza ascensore a spalla. Riparte, si dirige verso piazza della Repubblica ma prima si ferma in via Lamberti, altri due scarichi. Di un locale ha la chiave, apre la cucina e consegna: “faccio questo lavoro da una vita, mi conoscono tutti. Chi a quest’ora è chiuso mi ha dato la chiave. Mi sono guadagnato questa fiducia sul campo, ma chi è nuovo, a chi lascia la roba se i negozi a quest’ora sono chiusi?”. Otto e venticinque, piazza della Repubblica, scarica i famosi pomodori. Riaccende il furgoncino, via De’ Pescioni, settimo scarico, sono esattamente le otto e trenta, i primi sessanta minuti dei novanta sono passati: “se fino a lunedì ci volevano quattro ore a testa per due autisti, è impossibile ora farlo in un’ora e mezza. Carichiamo meno e veniamo in centro con più autisti, tre quattro alla volta, ma c’è da correre come muli” racconta Francesco.
 

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Otto e quarantacinque, qualche ingorgo, qualche camion di troppo, ma un buco lo trova
. Due scarichi, uno pieno zeppo di patate. Carrellino a pieno carico, tanta forza e buona gamba. Torna verso il proprio mezzo quasi di corsa. Riparte, le lancette scorrono e le nove si avvicinano. Sono le nove, è fermo in un ingorgo, tutti si affrettano ad uscire. Via Palazzuolo, da cinque minuti è scaduto l’orario di consegna, ma c’è un ultimo ristorante da servire. Si ferma, scarica e se ne va. Due vigili appostati nel perimetro della Ztl lo guardano sfilare via. Il giro non è finito, mancano le ultime due consegne dentro la zona Ztl; come fare? Facile, a piedi. Parcheggia in via Maso Finiguerra e risale con il carrellino Borgo Ognissanti, e come lui fanno tantissimi altri suoi colleghi. Sono le nove e trenta, le consegne in Ztl sono finite. Ritorna alla base ma prima trova il tempo per salutare un suo collega, che di consegne ne ha potute fare solo la metà. Ad aspettarlo, al suo ritorno, c’è il signor Fanti. 
“Siccome penso che il sindaco Renzi e i suoi collaboratori – conclude il titolare dell’azienda ortofrutticola – siano tutti molto intelligenti, credo che capiranno che la cosa va rivista. Capisco bene le loro esigenza e in parte le concordo, non condivido i metodi. Ho sempre lavorato e continuerò a farlo, a noi non spaventa lavorare, e non chiediamo né privilegi né comodità, questo lavoro non è mai stato comodo. Mi sembra comunque che aggravarlo sia davvero insopportabile al giorno d’oggi, e mi riferisco soprattutto alla vita faticosissima che conducono tutte quelle persone che lavorano in questo settore. Se vogliamo un centro più bello e decoroso non credo che quel congestionamento mattutino, con tutto l’inquinamento che ne comporta e che si riversa per le strade, sia un gran bello spettacolo”. 
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