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Matrimoni gay, Firenze aspetta Nardella ma manca normativa nazionale

Tommaso Grassi: "Molti sindaci e Consiglieri comunali si sono spesi per la trascrizione, solo il sindaco Nardella sembra proprio non sapere che pesci prendere”

Il Consiglio comunale di Firenze affronta la questione nella seduta di lunedì 13 ottobre. Il mancato riconoscimento dell'unione dei coniugi che hanno contratto matrimonio all'estero, al momento, impedisce di poter godere dei diritti civili altrimenti riconosciuti. Il sindaco può disporre la trascrizione dell'avvenuta unione all'interno del registro preposto, ma spetta allo Stato, rappresentato dal Prefetto, il riconoscimento dei diritti.

Il rischio dello scarabocchio senza valore. La trascrizione è un gesto politico, dunque, perché il Prefetto, come ha fatto Luigi Varratta a Firenze nelle ultime ore, può imporre l'annullamento ai sindaci in mancanza di una legge che ne sancisce la legittimità. Per questo motivo Piero Fassino ha scritto a Matteo Renzi affinché il Governo si faccia carico di colmare il vuoto legislativo.

Il capogruppo di Firenze riparte a sinistra ha presentato in commissione Affari Generali e Bilancio e alla commissione Pari opportunità e Diritti Umani una mozione, approvata a maggioranza, per la trascrizione dei matrimoni contratti all'estero. “La città di Firenze deve dare un segnale. È evidente l'incapacità del Pd fiorentino di ricomporre le diverse anime e di arrivare a una posizione unitaria” sottolinea Tommaso Grassi che mira a fare di Firenze un esempio nazionale.

"Notiamo come sia già in atto un bieco e deludente tentativo di sminuire la portata dei contenuti del provvedimento - spiega Grassi - basti pensare che il sindaco Nardella prima ha dichiarato di non voler trascrivere i contratti arrivando persino ad ipotizzare un registro diverso. Questa è solo violazione del diritto di uguaglianza. Pretendiamo diritti pieni per ciascuno e ciascuna con il riconoscimento delle coppie di fatto, il matrimonio e l'adozione per le coppie omosessuali"

Una sola la strada? "I Comuni registrino i matrimoni e siano svincolati dalle ordinanze o dai diktat dei ministri. Curioso osservare una così unanime spinta del Pd per l'approvazione di una legge che porti l'Italia al passo nel campo dei diritti, quando già da mesi e anni ci sono proposte depositate alla Camera e al Senato mai discusse. La negazione del matrimonio – conclude Grassi - significa impossibilità di accedere ad un mutuo agevolato per la casa, di lasciare al proprio partner dei beni in eredità e, naturalmente, di adottare un bambino

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