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Cronaca

Primo Maggio: raggirato lo sciopero grazie ai lavoratori precari

Domenica oltre ad albergatori e ristoratori saranno aperti anche molti negozi d'abbigliamento. Lavoreranno i precari, mentre chi ha il contratto a tempo indeterminato si potrà godere la festa del primo maggio

Alla fine sarà una domenica come le altre, e poco importa se si tratta del Primo Maggio. I negozi del centro rimarranno aperti, così come è sempre stato per bar e ristoranti. Basta fare un giro per le strade storiche fiorentine per capire che aria tira. La polemica politica non si esaurirà, questo è certo; disciolte invece sono le speranze di chi auspicava che l’ordinanza di Palazzo Vecchio rientrasse.

“Sono pienamente d’accordo con la protesta – dice una ragazza assunta a tempo indeterminato in una boutique vicino a piazza San Giovanni – ma se tutti sono aperti a me non resta che lavorare. E’ quest’ordinanza di Renzi che è sbagliata”. Molte commesse la pensano così, ma ugualmente passeranno prima la notte bianca di sabato, poi la domenica del primo maggio al lavoro. “Dovrebbe essere la festa dei lavoratori – dice un’altra dipendente di un negozio a fianco – ma noi lavoreremo, anche se devo ammettere che qualche soldo in più fa sempre comodo”. Il buon vecchio pragmatismo.
In via Roma una commessa confessa: “faremo mezzanotte per la notte bianca, e domenica saremo tutte e tutti qui al lavoro. Non possiamo non lavorare, la storia del facoltativo non esiste, purtroppo, e non conosco nessuna che farà sciopero”. Sempre in via Roma, un'altra ragazza sorride, la prende con filosofia: “sarebbe stato carino se ci avessero concesso tutta la giornata libera, ma lavoriamo in una grande catena ed è difficile sostenere queste posizioni. Comunque non sono d’accordo, capisco bar e ristoranti ma vestiti ed accessori non sono beni di prima necessità”.

Meglio va a chi è assunto con contratti a tempo indeterminato; per loro, se non di turno, gli accordi prevedono che per feste come il Primo Maggio (ma non la Pasqua, per esempio), possano avvalersi della facoltatività di non andare a lavorare. Così in un famoso palazzo commerciale del centro molti resteranno a casa e si godranno la festa. L’apertura sarà comunque garantita.
Come? “Lavoreranno i capo area – ci racconta un ragazzo del centro in questione – i leccapiedi, che ci sono da tutte le parti, e tutti i dipendenti con contratti a tempo determinato: per loro non c’è stata alcuna scelta, si sono trovati i propri nomi a fianco dei turni di domenica”. Il ragazzo, che è assunto da diversi anni dice ancora qualcosa: “qui la proprietà ha fatto molte pressioni sui dipendenti, e non mi è piaciuto per nulla. Il Primo Maggio è la festa dei lavoratori, un giorno che ci deve far ricordare quanta fatica ha sofferto chi, prima di noi, ha lottato per i diritti di tutti”.
La cartina di tornasole del centro è questa quindi: i negozi per lo più resteranno aperti; molte commesse, soprattutto a tempo determinato lavoreranno (chiaramente a loro sarà riconosciuto il festivo); i più fortunati, gli assunti a tempo indeterminato cui non tocca per turno la domenica, potranno scegliere se andare a lavorare o stare a casa.
 

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