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Cronaca

Publiacqua, i sindacati: "No ad un ulteriore aumento del 7,5%"

A Firenze le bollette più care d'Italia, ma si prospettano ulteriori aumenti. E nel 2015 Publiacqua ha fatto 38 milioni di utili: "Inaccettabile"

"Publiacqua vuole aumentare le bollette del 7,5%". La denuncia arriva dai sindacati Cgil, Cisl e Uil insieme alle associazioni regionali di Federconsumatori, Adiconsum e Adoc (che fanno riferimento alle tre sigle sindacali) che hanno siglato un documento per dire "no" ad un nuovo aumento di tariffe, per un'acqua che, com'è noto, a Firenze è già tra le più care di tutta Italia.

"Un aumento ingiustificato e insostenibile per le famiglie", dicono sindacati e associazioni dei consumatori. Simili aumenti, tra il 3,5% e il 7%, sono previsti anche da parte degli altri gestori.

"Anche quest’anno Publiacqua chiede consistenti aumenti tariffari senza tener conto che in Toscana si hanno già le tariffe tra le più alte d’Italia. Nei comuni serviti da Publiacqua una famiglia tipo di 3 componenti con un consumo di 150 metri cubi l’anno in media spende oltre 400 euro. L'aumento del 7,5% va calcolato sui 400 euro (aumento che sarebbe quindi di 30 euro, ndr). In termini assoluti diventa molto di più degli incrementi medi che si hanno in altre città, aumentando quindi il divario fra quanto paga un cittadino toscano e i cittadini del resto d'Italia".

"Tutto questo - proseguono i sindacati - non è sostenibile dalle famiglie soprattutto in una fase di crisi e difficoltà socioeconomiche. Nè appare giustificato in considerazione degli alti utili registrati nei bilanci precedenti, in particolare in quello dello scorso anno, con oltre 38 milioni di euro di utili. Facciamo appello a tutti i sindaci e all’Autorità idrica toscana per valutazione con attenzione la proposta di Publiacqua e contenere al massimo eventuali aumenti a limitati investimenti infrastrutturali che purtroppo anche dalle recenti vicende risultano necessari".

"I costi in bolletta potrebbero essere contenuti - concludono i sindacati -, per esempio riducendo i canoni di concessione che gravano sulla tariffa in media per il 18% e non calcolando, ai fini della tariffa, le spese di investimento non infrastrutturali".

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