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Cronaca

Province: 950 dipendenti si trasferiscono in Regione

La scelta coinvolge 100 persone in più. L'accordo in un incontro dei sindacati con l'assessore Bugli

Sono 950 i dipendenti delle province, cento in più rispetto al previsto, che saranno trasferiti in Regione. E' il risultato della scelta della Regione, condivisa con le province, di prendere tutto il personale della funzione ambiente, il personale dell’antincendio boschivo, parte del personale che lavora sul tema dell’apprendistato e più complessivamente ulteriore personale sulle funzioni oggetto di riordino previste dalla legge 22/2015. 

Ad una riunione che si è svolta nei giorni scorsi erano presenti l’assessore regionale Bugli, il direttore generale Barretta, le Province e Città Metropolitana, Anci e le organizzazioni sindacali di categoria. L’assessore regionale Bugli ha relazionato informando le sigle sindacali sullo stato dell’arte del confronto con le province sul personale che dovrà transitare alla Regione. "In particolare ci ha informati che ad oggi, sulla base degli elenchi trasmessi dalle Province e Città Metropolitana - spiegano i sindacati in una nota - sono in corso da parte degli uffici della Regione le verifiche sulla corrispondenza tra la mappatura all’8 aprile e gli elenchi trasmessi".

La scelta, secondo quanto spiegano i sindacati, ha l’obiettivo di "alleggerire i costi del personale delle province ed in particolare compensare i costi del personale pre-Fornero che rimane in capo alle province". Entro il 31 maggio dovranno essere definiti anche i nomi e i numeri del personale che dalle province sarà trasferito ai comuni. 

Poiché gli assessori regionali rimangono in carica fino alla nomina del Presidente della Regione (che con tutte probabilità sarà entro il 20 giugno) l’idea di Bugli é di avviare a giugno, dopo la validazione delle liste entro il 31 maggio, il ragionamento sul personale trasversale. 

I rappresentanti sindacali hanno infine sottolineato ancora una volta la criticità della generale situazione sul versante della sostenibilità economica legata ai futuri enti di area vasta, e che ad oggi non vede il Governo nazionale fare un passo indietro sui tagli imposti alle Province: ragione che ha spinto le sigle sindacali a proseguire la mobilitazione dei lavoratori con iniziative previste il giorno 27 maggio

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