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La visita di Mattarella

Anno accademico, la denuncia degli studenti: “Ci hanno impedito di manifestare”

Udu: “Trattenuti per due ore dalle forze dell’ordine”. E la vicenda arriva in parlamento

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Vietato protestare in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università, alla presenza del capo dello Stato. A denunciarlo è l’Unione degli studenti con una nota. Otto studenti sarebbero stati trattenuti dalla Digos, bloccati per due ore subito fuori dall'uscita di emergenza del Teatro del Maggio musicale. 

“Avevamo programmato di manifestare in modo pacifico e silenzioso la nostra opinione verso le degradanti condizioni in cui versiamo, protestando contro il disinteresse della politica. Per questo, avevamo preparato dei fogli A3 riportanti slogan e anche citazioni del presidente della Repubblica, presente in sala, circa l'importanza del diritto allo studio. Si tratta di una forma di protesta assolutamente rispettosa e legittima, che era stata adottata in altri atenei, senza problemi”. Invece le cose sono andate diversamente: “In qualche modo, la segreteria della rettrice è venuta a sapere delle nostre intenzioni e ha informato la Digos, la quale ha provveduto a scortare i nostri rappresentanti e il nostro senatore accademico fuori dal teatro del Maggio, impedendoci così di partecipare all’evento”.

“Comportamento inaccettabile, valutiamo vie legali”

In base a quanto raccontato dagli studenti,  sarebbero stati requisiti i documenti di identità e i loro rappresentanti trattenuti dalle 10.30 alle 12.30, con la possibilità di andare in bagno “dopo un’ora sotto scorta”. Quello che è accaduto, attaccano, è “l’ennesimo caso in cui una voce di dissenso è stata silenziata. In un contesto dove vengono continuamente represse le forme di contestazione e i luoghi di confronto sono sempre meno, la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico era un momento in cui far sentire la nostra voce. La contestazione è un nostro diritto”. Per Camilla Piredda, coordinatrice nazionale, “il comportamento è inaccettabile”, e aggiunge che valuteranno con il loro legale se sporgere denuncia “per sequestro di persona”, ma chiedendo anche “immediati chiarimenti” alla rettrice Petrucci, al ministro Piantedosi e alla ministra Bernini, presente alla cerimonia”. 

Da Avs e Pd pronte due interrogazioni in parlamento

Intanto il Partito democratico da un lato e la deputata Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra dall’altro hanno già annunciato interrogazioni sul caso al ministro dell’Interno. Per gli esponenti dem della commissione Cultura e Istruzione di Camera e Senato, “quanto viene riferito appare in tutta evidenza una forma preventiva di repressione del dissenso che contestiamo con forza. La protesta pacifica è sempre legittima e un diritto garantito”, scrivono, chiamando in causa anche Meloni: Chiediamo alla presidente del Consiglio se consideri normali in uno Stato di diritto questi comportamenti. Ci auguriamo una risposta chiara e tempestiva”.

La parlamentare di Avs si domanda invece se “siamo già al fermo preventivo per chi dissente dalla linea del governo Meloni. Troviamo gravissimo il comportamento delle autorità e chiediamo che sia fatta piena chiarezza. Il diritto alla libera manifestazione del pensiero e alla protesta non può essere messo in discussione da un governo, da un prefetto, o da qualsiasi altro rappresentante istituzionale”.

Solidarietà agli studenti da Sinistra progetto comune: “La contestazione deve far parte dei luoghi di formazione e della cultura. Le celebrazioni vuote soffocano la democrazia”, dicono Antonella Bundu e Dmitrij Palagi e dalla Flc Cgil “consideriamo grave l'accaduto ed esprimiamo preoccupazione per un clima sempre più tendente a impedire la libera manifestazione, pacifica e democratica, del dissenso”.In occasione della visita di Mattarella, inoltre, il sindacato rende noto di avergli fatto consegnare una lettera contro l’autonomia differenziata a scuola: “Affidiamo a Lei, alla sua sensibilità, alla sua autorevolezza, quale presidio costituzionale a difesa dell'unità della nazione, il nostro appello affinché l'istruzione resti materia di competenza statale, perché, se viene minato alla radice il sistema scolastico, il paese finirà per sbriciolarsi più o meno lentamente nelle coscienze prima che nelle scelte e nelle nefaste conseguenze che ne deriveranno”.

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