rotate-mobile
Cronaca Novoli / Via di Novoli

Tramvia 2: commercianti in protesta contro le modalità del cantiere

I negozi di Novoli chiedono sgravi per ammortizzare i disagi dei cantieri della nuova linea due. L'ex concessionario della Moto Guzzi: "Sono la memoria storica in città"

“La cosa fondamentale da capire è che dietro una bottega ci sono persone che lavorano e che vivono di questo, ci sono delle famiglie”. A dirlo è Giuseppe Greco, uno dei titolari della Motor System/Moto Guzzi di via di Novoli. Uno che di moto se ne intende visto che per quasi 30 anni si è occupato di far volare l’aquila della Guzzi a Firenze. Anche se ora non è più rivenditore Guzzi, ci tiene a dire che ancora ne “sono la memoria storica in città”. Ora, con i cantieri della Linea 2 alle porte, rischia di dover affrontare momenti davvero difficili, forse impossibili. Ha paura di non vedere più la sua aquila volare. E come lui altri che operano e lavorano in via di Novoli, nella forbice tra via Allori e via Baracchini. “Noi siamo sempre stati disponibili al dialogo, con tutti gli attori possibili, non abbiamo fatto mai le barricate – continua Greco – anzi abbiamo proposto più volte, prima a Matulli, oggi a Mattei ed al vice sindaco Nardella, di creare un sistema Firenze che possa supportare le aziende che hanno dei danni oggettivi dovuti alla realizzazione dell’opera pubblica. Per il nome che si porta dietro, cioè pubblica, non solo il beneficio ma anche il torto dovrebbe essere ripartito”. Il tema in zona è sempre quello ed è sempre caldo: la linea 2 della tramvia.
 

I FATTI – In via di Novoli, verso la fine guardando Peretola, la strada ad un certo punto si ristringe in una strettoia. Numero civico 95, l’edificio "invade" praticamente la carreggiata riducendone e di molto lo spazio. Quella che sembra una casetta al posto sbagliato, nel momento sbagliato, risale in realtà al ‘600 ed è tutelata da un vincolo monumentale a prova anche di tramvia. Sì perché anche la Giunta di Palazzo Vecchio non ha potuto niente contro le prescrizioni della Soprintendenza fiorentina: non può essere abbattuta per dare più spazio alle rotaie del Sirio, la casa è lì da quattro secoli e lì deve rimanere, con buona pace di tutti. Così anche i trenini, come del resto quotidianamente le auto, affronteranno questo passaggio delicato della tratta. Un punto che per la morfologia urbanistica ha dato più di un grattacapo ai tecnici che hanno lavorato al progetto. In quella strettoia ci dovranno passare treni ed auto. Per far questo gran parte del marciapiede opposto all’edificio del ‘600, sarà “mangiato” dall’asfalto, per guadagnare quello spazio necessario per farci entrare tutto, con i vagoni che andranno praticamente a sfiorare le mura della casa posta sotto tutela. Una complicazione nel vero senso della parola che si ripercuoterà nel tempo. I cantieri infatti, in quella zona, rimarranno in piedi per un lungo periodo. Secondo una stima dell’assessore alla mobilità del Comune di Firenze, Massimo Mattei, “almeno 600 giorni”. Chiaramente se tutto andrà come da programma, senza intoppi. Poco meno di due anni. Per chi in quella zona ci abita e ci lavora, un tempo infinito, dilatato, decisamente troppo per resistere. Sono 18 le attività commerciali che gravitano attorno all’epicentro dei lavori, completamente chiuse dalle barriere dei cantieri; 27 se si considerano le aree immediatamente limitrofe ed a stretto contatto con l’opera di cantierizzazione. Rivenditore moto, elettrauto, estetista, bar, edicola, in tutto sono 73 le persone, tra proprietari e dipendenti, che mangiano di questi lavori e che oggi chiedono tutele economiche ed occupazionali a Palazzo Vecchio. “Tutto questo discorso – sottolinea Greco –si va a sovrapporre in un quadro ancora più grande, quello di crisi economica di portata storica. In un momento in cui tutti siamo sul filo del rasoio, in cui molti di noi hanno assunto impegni finanziari precedenti, ci è piombato addosso anche questo aggravante. Come dire siamo sull’orlo di un baratro e ci date anche una spinta”. Il discorso è serio, all’orizzonte c’è lo spettro della serrata forzata. Conti alla mano, secondo le perizie fatte fare da Greco al proprio commercialista in previsione del prossimo futuro, un 10% in meno di officina ed un 30% di perdita del fatturato dalle vendite, e “molto probabilmente sarò costretto a chiudere”.  

INCONTRO – Oggi i titolari dei negozi saranno ricevuti dal vicesindaco Dario Nardella. Le soluzioni non sono molte, la più accreditata sembra quella di un trasloco dei locali, dei negozi, in altre zone della città. In gergo vengono chiamati temporary store. Praticamente il negozio viene traslato in un'altra via. Questo basterebbe? “Ne dobbiamo discutere – afferma Greco – dobbiamo capire la modalità, la zona; un negozio trasferendosi non porta con sé l’intero del fatturato”. In sostanza oggi i commercianti chiederanno degli ammortizzatori commerciali. Delle garanzie economiche. “Siamo disposti a parlare di tutto, con rispetto, senza campanilismi assurdi – assicura Greco –. Le nostre proposte le abbiamo avanzate più volte, sono aiuti concreti che ci permetterebbero di tirare il fiato all’interno di questa situazione davvero difficile”. Si parla di esonerare le “botteghe” coinvolte nei cantieri dalla tassa dei rifiuti per 10 anni, oppure non pagare per lo stesso tempo il passo carrabile, farli fuoriuscire temporaneamente dagli studi di settore. In ballo c’è questo e molto altro. Su questa piattaforma oggi tratteranno. Su una cosa sono poco disposti a trattare, sui tempi e sulla chiarezza: “Vogliamo sapere con esattezza quando è prevista da noi la partenza dei lavori e quando la fine, questo è fondamentale”, conclude Greco.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tramvia 2: commercianti in protesta contro le modalità del cantiere

FirenzeToday è in caricamento