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Cronaca Novoli

Prostituzione a Novoli: racket del marciapiede, scoperta organizzazione / VIDEO

Dieci indagati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Uno degli indagati gestiva i turni delle ragazze da un carcere albanese

Questa mattina la polizia ha fermato dieci persone, otto uomini e due donne, accusati di aver costituito un'organizzazione dedita al favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione nella zona di Novoli. I fermi, tutti cittadini albanesi di età compresa tra i 20 e 42 anni, sono stati eseguiti in Italia, a Lione (Francia) e in Albania. Tre soggetti sono ancora ricercati. 

Da quanto appurato, gli indagati sfruttavano una ventina di ragazze, che si prostituivano sia in casa sia in strada lungo via Forlanini, viale Guidoni e via Pellas. Una zona talmente densa di compravendita di sesso che più volte i residenti hanno avanzato segnalazioni alla questura.

Le ragazze, tutte giovanissime, venivano fatte sbarcare a Bari e poi messe in strada. I fermati facevano lavorare le lucciole a ritmo serrato con prestazioni tra i 25 e 30 euro. E le controllavano in modo costante: durante un appostamento uno dei fermati si è persino arrampicato su un albero per contare il numero di clienti che andava dalle ragazze. In modo che poi non potessero tener parte dei contanti per loro. 

LA POLIZIA ENTRA NELLA CASA DELLE LUCCIOLE // VIDEO //

TASSA - I fermati avevano persino suddiviso i marciapiedi in vere aree riservate, dove solo una ragazza alla volta poteva lavorare. Altrimenti si doveva pagare una gabella: 300 euro al mese era il costo del marciapiede. E non si andava per il sottile. Se qualcun altro voleva entrare nel mercato senza il loro benestare, partivano le ritorsioni. Il procuratore Creazzo ha però escluso collegamenti con i due uomini, conosciuti nel mondo della prostituzione, fermati ieri dai carabinieri e accusati di aver accoltellato un uomo in via Baracca.

L’indagine, condotta dalla squadra mobile,  è scaturita dalla denuncia di una delle ragazze, più volte minacciata da altre connazionali, affinché si spostasse dal tratto di strada in cui era solita vendersi.

SENTINELLE - Se  alcuni dei fermati erano in strada a controllare l'operato delle ragazze, uno degli indagati, detenuto in un carcere albanese per omicidio, ha continuato a gestire l’attività di prostituzione delle giovani albanesi, arrivando addirittura ad essere informato dai suoi complici, quasi in tempo reale, se le ragazze fossero o meno uscite in strada e a che ora avessero terminato la loro “attività”.

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