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Cronaca

Violenza e abusi, nasce Codice Rosa la rete regionale toscana

Coordina tutte le forze che all'interno del servizio sanitario toscano lavorano per aiutare le persone vittime di violenza e abusi

Nasce in Toscana la Rete regionale Codice Rosa, che collega e coordina tutte le forze che all'interno del servizio sanitario toscano lavorano per offrire alle persone vittime di violenza e abusi un aiuto pronto e tempestivo, articolato e complesso, attraverso sicure e precise sinergie tra strutture ospedaliere e servizi territoriali, assicurando, fin dalla fase dell'emergenza, supporto sanitario, sociale e psicologico a l'attivazione dei servizi territoriali. La istituisce una delibera presentata dall'assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi e approvata dalla giunta.

Per il funzionamento della Rete per l'anno 2017, la Regione ha destinato 150.000 euro: 100.000 da assegnare alle aziende sanitarie e 50.000 per la realizzazione di attività formative. 

Il progetto Codice Rosa nasce nel 2010 nell'allora Asl 9 di Grosseto, come progetto pilota, per assicurare un coordinamento più efficace tra le diverse istituzioni e competenze, per dare risposta alle vittime di violenza al loro arrivo al pronto soccorso. Vengono costituiti gruppi operativi interforze (Asl, Procura della Repubblica, Forze dell'ordine), con il compito di contribuire al tempestivo riconoscimento e all'emersione dei casi di violenza e abusi, e alla cura delle vittime, garantendo contestualmente la rapida attivazione degli uffici competenti delle Procure della Repubblica. 

Nel 2011, con la sottoscrizione del protocollo d'intesa tra Regione Toscana e Procura generale della Repubblica di Firenze, il Codice Rosa diventa progetto regionale e prevede percorsi di accoglienza, cura e tutela delle persone: donne e uomini, adulti e minori, vittime di violenza e abusi. Dal gennaio 2012, da Grosseto la sperimentazione si allarga alle aziende sanitarie di Arezzo, Lucca, Prato e Viareggio. Dal gennaio 2013 il progetto si estende alle aziende sanitarie di Pisa, Livorno, Empoli e alle aziende ospedaliero universitarie Careggi e Meyer. Nel gennaio 2014 si completa la diffusione a livello regionale, con l'estensione del progetto alle aziende sanitarie di Massa e Carrara, Pistoia, Siena, Firenze, e alle aziende ospedaliero universitarie pisana e senese. 

La metodologia del lavoro in rete, che prevede l'individuazione di gruppi multidisciplinari e multiprofessionali, è ritenuta lo strumento adeguato per assicurare continuità all'esperienza positiva realizzata finora con il progetto regionale Codice Rosa, e proseguire l'impegno nell'emersione del fenomeno della violenza, che negli ultimi anni ha visto un incremento sensibile di casi di femminicidi, violenze e abusi commessi su persone adulte e su minori. 

Obiettivi della Rete
Favorire il riconoscimento precoce dei casi di violenza, assicurando efficaci percorsi dedicati; coordinare e mettere in rete le diverse istituzioni e competenze, per fornire una risposta efficace già dall'arrivo della vittima al pronto soccorso; dare continuità alle azioni successive al momento di cura erogato nelle strutture di pronto soccorso, con la presa in carico territoriale successiva, sulla base della valutazione delle esigenze di tutela e protezione delle vittime di violenza, con percorsi rispondenti alle loro esigenze; assicurare omogeneità di intervento sull'intero territorio regionale. 

La struttura organizzativa della Rete regionale Codice Rosa: un responsabile, che sarà scelto tra figure professionali in possesso di specifiche competenze in materia e avrà il ruolo di coordinamento complessivo della rete (verrà individuato con uno specifico atto regionale); Comitato regionale Codice Rosa; Comitato di Area vasta Codice Rosa (uno per ciascuna delle tre Aree vaste); Rete aziendale Codice Rosa. 

Dal 2012, anno in cui il Codice Rosa ha preso l'avvio in alcune aziende sanitarie toscane, fino al primo semestre 2016, i pronto soccorso degli ospedali toscani hanno registrato 12.387 accessi: 10.773 di adulti (nella stragrande maggioranza donne), 1.614 di bambini. Nel primo semestre 2016 i casi sono stati complessivamente 1.617: 1.363 adulti e 254 minori.

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