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Cronaca

Mostro di Firenze: il processo passa a Torino per incompetenza territoriale

La Corte d'Appello ha dichiarato l'incompetenza territoriale fiorentina per il procedimento sul Mostro di Firenze. Il reato di abuso d'ufficio potrebbe cadere in prescrizione

La Corte d'Appello di Firenze ha dichiarato l'incompetenza territoriale fiorentina per quanto riguarda il procedimento a carico del pm di Perugia G.M. e il poliziotto scrittore M.G. La Corte d'Appello ha quindi annullato la sentenza di primo grado con cui nel gennaio del 2010 M. e G. vennero condannati rispettivamente ad un anno e 4 mesi e a 6 mesi per abuso d'ufficio in concorso. La vicenda è collegata alle indagini perugine legate al mostro di Firenze. La Corte d'Appello ha quindi disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Torino, competente perché fra le persone offese nel procedimento fiorentino c'é un magistrato di Genova. M. è stato il magistrato titolare a Perugia dell'inchiesta sulla morte del medico Francesco Narducci, che la Procura umbra riteneva collegata alle vicende del mostro di Firenze. G. era il poliziotto che si occupava delle indagini. L'abuso di ufficio per il quale erano stati condannati riguarda una serie di indagini su giornalisti e funzionari delle forze dell'ordine svolte, secondo l'accusa, per condizionarli, perché avevano tenuto atteggiamenti critici riguardo l'inchiesta sulla morte di Narducci. M. è stato il magistrato titolare a Perugia dell'inchiesta sull'omicidio di Meredith Kercher: la vicenda della studentessa inglese non ha niente a che fare con il procedimento in discussione oggi in Corte d'Appello a Firenze. G., andato in pensione dalla polizia, adesso svolge l'attività di avvocato-investigativo ed è uno scrittore di gialli.

“E' una decisione obbligata. Fin all'inizio non potevano trattare questo procedimento a Firenze. Questo trasferimento doveva esserci prima". Lo ha detto il pm G.M. commentando la sentenza d'appello che ha annullato la condanna del magistrato in primo grado e ha ordinato il trasferimento degli atti da Firenze a Torino. M., rispondendo ai giornalisti, ha poi confermato che il reato (abuso d'ufficio) potrebbe cadere in prescrizione. Con lui è imputato il poliziotto-scrittore M.G.. Anche per lui c'é stato l'annullamento della condanna di primo grado e la dichiarazione di incompetenza territoriale. "Da investigatore ho un'amarezza - ha detto G. - Questa attività svolta da Firenze bloccò l'indagine perugina sulla morte del medico Francesco Narducci che si riteneva collegata al mostro di Firenze. Vennero sequestrati gli atti di quell'indagine, di fatto bloccandola".
 
A G. e M. viene contestato anche di aver svolto un'indagine parallela a quella della procura di Genova su una vicenda che vedeva coinvolti lo stesso G. e il pm fiorentino P. C., all'epoca titolare delle indagini sul mostro. Secondo la tesi della difesa, accolta dal giudice d'appello, la presenza di un magistrato fiorentino nei fatti all'attenzione dell'indagine implica l'incompetenza di Firenze a indagare e l'obbligo di trasferire gli atti a Genova (competente per fatti che riguardino magistrati toscani). Anche la procura ligure, però, ha avuto un ruolo nella vicenda. Così il procedimento passa a Torino.

“Oggi - ha commentato G. - ho visto in faccia la giustizia vera. Questa decisione dimostra che a Firenze non dovevamo essere indagati e tantomeno condannati". Poi, sull'inchiesta genovese che riguardò lui e C.: "La denuncia di C. - ha aggiunto G. - permise che venisse incardinato un procedimento che provocò il sequestro degli atti dell'inchiesta perugina su Narducci. Chiedo al ministro di chiarire il ruolo di C. e anche di chi era ai vertici della polizia". Ansa
 
 

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