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Cronaca

Processo Meredith: per il 10 ottobre la perizia sulla traccia di Dna trovato sul coltello

La Corte d'assise d'appello ha affidato ai Ris l'incarico per l'analisi di una traccia di Dna trovata sul coltello che fu sequestrato nella casa di Raffaele Sollecito e che viene ritenuto dall'accusa l'arma del delitto

Palagiustizia di Firenze, questa mattina, alla Corte d’assise d’appello, la seconda udienza del nuovo processo di secondo grado per l'omicidio di Meredith Kercher. Oggi la Corte ha affidato ai Ris l’incarico per l’analisi di una traccia di Dna trovata sul coltello che fu sequestrato nella casa di Raffaele Sollecito e che viene ritenuto dall’accusa l'arma del delitto. Nell’ordinanza si chiede ai periti di esprimersi “sull’attribuzione della traccia, se sia riconducibile a Meredith o a Guede”.

I giudici chiedono anche, in via preliminare, di valutare se sia in quantità sufficiente all’analisi visto che la traccia su cui verrà svolta la nuova perizia finora non è stata analizzata perché ritenuta in quantità troppo scarsa. “Andiamo ad esaminare qualcosa che non sappiamo nemmeno se sia esistente – ha spiegato il presidente della Corte, Alessandro Nencini –. Se non si trova o se è conservata in modo che non si possa fare un esame proficuo, i periti ce lo dicano subito”. L’esame si svolgerà il 10 ottobre alle 14 nella sede del Ris di Roma, alla presenza dei consulenti di parte. Se non saranno trovate tracce esaminabili i periti dovranno subito comunicarlo alla Corte. In caso contrario, il deposito dei risultati dell'esame è previsto per il 31 ottobre.

AVIELLO – Poi è stata la volta di Luciano Aviello, un ex collaboratore di giustizia che è stato compagno di cella di Sollecito, già ascoltato nei processi perugini ma poi, per quelle dichiarazioni, indagato per calunnia. A Perugia aveva accusato suo fratello dell’omicidio, poi aveva ritrattato con i pm, oggi è tornato di nuovo indietro, accusando ancora il fratello. Questo suo comportamento processuale gli è già costata un’accusa per calunnia. Aviello è stato chiamato a testimoniare di nuovo per una questione meramente procedurale. Lo stesso presidente della Corte ha ricordato come le sue dichiarazioni lo abbiano portato all’accusa di calunnia e che il processo si aprirà nel gennaio del 2014. Aviello, attualmente detenuto in carcere ad Ivrea, ha risposto alle domande spiegando anche di chiamarsi Luciano Lucia e di essere in attesa di “un cambio di sesso”. Nella sua dichiarazione ha detto: “Sull’accusa a mio fratello (deceduto, ndr) non cambio idea, mio fratello è il colpevole, non lo sono né Amanda né Sollecito. Tutto il resto è noia”. Secondo Aviello l’omicidio sarebbe avvenuto durante una rapina. Scettici sulle dichiarazioni tutti i legali: la stessa avvocato Giulia Bongiorno, che difende Sollecito, ha glissato un commento su Aviello, rispondendo che il giudizio si deve basare su “prove certe”.

SOLLECITO “Raffaele deve venire in aula, è interessato a fare una dichiarazione spontanea”. Lo ha detto uno dei difensori di Raffaele Sollecito, l’avvocato Giulia Bongiorno, ribadendo che il suo assistito parteciperà a qualche udienza del processo in corso in ma senza specificare quando. Commentando l’affidamento di una perizia sulla traccia trovata sul coltello sequestrato in casa di Sollecito, che l’accusa ritiene essere l’arma del delitto, l’avvocato Bongiorno ha detto di sperare che dia dei risultati “perché emergerebbe ancora di più l’innocenza di Sollecito”. Il difensore di Amanda Knox, Luciano Ghirga, si è detto tranquillo sull’esito della perizia. “Siamo certi – ha detto – che non ci siano tracce organiche e che si tratti solo di amido”. Parlando di Amanda ha detto che si scambia sms con lui sull’andamento del processo. “Vive un dramma personale legato al processo”, ha spiegato. Riguardo la perizia, il legale della famiglia Kercher, Francesco Maresca, ha detto: “Non penso che possa spostare le cose. La Corte è in possesso di elementi che le permettono di giudicare in maniera serena”.

La prossima udienza sarà quella del 6 novembre: o verranno esaminati i periti dei consulenti di parte (nel caso in cui l’esame del Dna abbia dato un esito) o inizierà la discussione con l’intervento del procuratore generale.

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