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Cronaca

Processo Castello: chieste le condanne per Biagi e lo "sceriffo"

Ieri i pm hanno chiesto le condanne per corruzione di Salvatore Ligresti e i due ex assessori Biagi e Cioni nel processo per la trasformazione urbanistica nell'area di Castello

I pubblici ministeri, Giuseppina Mione e Gianni Tei, hanno chiesto la condanna per corruzione di Salvatore Ligresti e dei due ex assessori comunali Gianni  Biagi e Graziano Cioni nell’ambito del processo per la trasformazione urbanistica dell’area di Castello, 68 ettari di terreno di proprietà di Fondiaria-Sai. Nello specifico i pm hanno chiesto una condanna a tre anni e sei mesi per Ligresti, quattro anni e 6 mesi per l'ex assessore all'urbanistica Biagi e due anni e 2 mesi per l'ex assessore Cioni, piu' altri 8 mesi per una accusa di violenza privata. Sempre per corruzione e' stata chiesta la condanna dei dirigenti di Fondiaria-Sai Fausto Rapisarda e Gualtiero Giombini, oltre che dell'architetto Marco Casamonti. Quest’ultimo e' il progettista che, secondo l'accusa, l'assessore Biagi avrebbe ''imposto'' al Gruppo Fondiaria-Sai insieme ad un altro architetto, Vittorio Savi, che nel frattempo e' deceduto.

SOCIETA’ - Per la responsabilità amministrativa gli stessi pm hanno chiesto che alle società Fondiaria-Sai, Europrogetti ed Archea sia vietato contrattare con la Pubblica amministrazione per due anni. Inoltre, sempre i pm hanno proposto la confisca dei terreni di Castello dove sono stati gia' dati permessi a costruire (3 lotti), ribadendo che rimane vigente il sequestro preventivo di tutti i 168 ettari alla periferia nord-ovest di Firenze. Ancora l'accusa ha chiesto la confisca di 800mila euro come presunto profitto del reato all'architetto Marco Casamonti: la somma deriverebbe dagli incarichi professionali da lui percepiti nell'ambito della vicenda. Nell'ambito dello stesso processo i pm hanno chiesto anche la condanna dell'imprenditore della ristorazione Aurelio Fontani, a 8 mesi e 600 euro di multa, per aver finanziato in modo non trasparente l’attività politica di Graziano Cioni.

CIONI - ''Io non ci sto nemmeno ad una condanna a due anni e due mesi per corruzione, perche' mi ritengo innocente'': e' stata una delle prime reazioni dello “sceriffo”. A Cioni, è stata contestata oltre alla corruzione anche un per presunto scambio di favori ottenuti da Fondiaria Sai tra cui sponsorizzazioni, un appartamento ad affitto agevolato per una persona amica ed il posto di lavoro del figlio nella compagnia assicurativa.

''I pm hanno detto che io avrei corso per le primarie - ha detto ancora Cioni riferendosi ad un'altra richiesta di condanna ad 8 mesi per violenza privata - ma io non ho mai corso effettivamente per quelle competizione'': Cioni era stato accusato di aver fatto pressioni contro una sua ex sostenitrice dipendente di una societa' privata, perche' aveva deciso di appoggiare un altro candidato alle primarie per il candidato sindaco.

''I pm hanno cucito frasi a comodo loro''' ha ancora detto Cioni. E riguardo alle questioni piu' personali ha aggiunto: ''Se si trova un'occasione per lavorare ad un figlio e' una cosa che si fa, e comunque non lavorava certo al Comune di Firenze ma nel settore privato dove era inquadrato al livello piu' basso''.  
 

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