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Cronaca

Mao, Hitler e Margherita Hack, a Firenze il presepe contro il laicismo

L'idea è di don Gianfranco Rolfi, parroco della chiesa di San Felice in Piazza. La composizione contro il "fanatismo laico" è dominata da una frase di Voltaire, 'Schiacciate l'infame'

Fu San Francesco d’Assisi nel 1223 a Greccio a realizzare il primo presepe. Da lì il via di una lunghissima tradizione. Una capanna, o meglio una mangiatoia (praesaepe, cioè greppia, mangiatoia), Maria e Giuseppe, ai lati di Gesù bambino, più dietro il bue e l’asinello a scaldare la carne del nascituro. Il tutto arricchito dai pastori per arrivare ai Re Magi da apporre nel giorno dell’Epifania. Schematico, tradizionale, secolare. C’è chi invece si è messo in testa di fare un presepe dal titolo emblematico: il “fanatismo laico”. E non si tratta di qualche creativo fiorentino, ma di un prete, don Gianfranco Rolfi, parroco della chiesa di San Felice in Piazza a Firenze. Un uomo di chiesa che ha messo insieme nella Natività le foto di Mao, Hitler e Margherita Hack.

E l’opera non è finita, il cantiere è aperto, “manca ancora il 50% della perfidia”, ha detto stamani a un gruppetto di giornalisti che gli chiedeva spiegazioni sull'iniziativa, dopo che oggi sul presepe è uscito un articolo sulla cronaca locale di ‘Repubblica’. Rolfi ha detto che completerà il presepe entro domenica, e che allora spiegherà ai fedeli il suo significato. Collocato nella navata sinistra della chiesa, è dominato da un cartello triangolare bianco con la scritta “Schiacciate l'infame”, una citazione di Voltaire; su di esso figurano fotografie di Mao, Stalin, Hitler, Corrado Augias, Vito Mancuso, Piergiorgio Odifreddi, Margherita Hack. Ai lati compaiono le scritte “relativismo” e “materialismo”, con immagini di aerei da guerra e delle Torri Gemelle di New York. “’Schiacciate l'infame’ è una citazione di Voltaire dove l’infame è la Chiesa”, ha poi risposto ai cronisti che chiedevano lumi sulla frase e sull'accostamento fra sanguinari dittatori ed esponenti della cultura laicista.

“Dobbiamo prepararci – ha aggiunto – ad essere schiacciati, umiliati e offesi” da persone che, ha sostenuto, “sono coloro che dominano la cultura, l’economia, la finanza”. Rolfi ha rivendicato la legittimità della sua iniziativa, e ha ribadito che sarà suo compito spiegarne ai fedeli il significato: “Sono uno storico, e ho insegnato per anni Storia della Chiesa”. Fino a domenica, e a presepe completato, nessun altro commento: “Se cercate un prete che dica delle cose consolatorie per Natale – ha detto ancora ai giornalisti – andate da qualcun altro. Non appartengo a quella razza, e mi permetto di dire quello che voglio”. Non è la prima volta che il religioso fa parlare di sé. Nativo di Roncadelle (Brescia), Rolfi diventò celebre prima di prendere i voti, nel 1970, come campione milionario del quiz televisivo Rischiatutto, dove Mike Bongiorno gli rivolgeva domande sulla storia della Chiesa. Autodidatta (aveva solo la licenza elementare), riprese gli studi, e a 15 anni da Rischiatutto fu ordinato sacerdote.

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