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Cronaca

Incendio a Prato, è strage di cinesi: sale a sette la conta delle vittime

I morti si trovavano nei "loculi" del capannone. Rossi: "In queste imprese, spesso soggette al racket della criminalità cinese, si lavora in condizioni disumane". Il ministro Kyenge: "Grave violazione della dignità umana dei lavoratori"

E’ salito a sette il conto delle vittime dell’incendio scoppiato in un capannone nella periferia di Prato, in via Toscana del Macrolotto. Il rogo si è sviluppato all’interno della ‘You Life’, una ditta di pronto moda gestita da cittadini cinesi. Nel conto, tragico, anche due feriti gravi ricoverati con ustioni e intossicazione all’ospedale di Prato.

A metà pomeriggio era stato il sindaco di Prato, Roberto Cenni, a preannunciare la possibilità che tra le macerie ci fossero ulteriori vittime carbonizzate: “I vigili del fuoco hanno trovato altri resti umani oltre ai cinque corpi delle vittime già accertate”. Poco dopo le parole del primo cittadino, è arrivata la conferma del comandante dei vigili del fuoco di Prato, Vincenzo Bennardo: “I resti fanno pensare ad altre due persone oltre a quelle che abbiamo già trovato: quattro già all’obitorio ed una già localizzata”. E ancora: “Presumibilmente i morti sono sette, ma fino a quando non avremo completamente ripulito l'area del capannone non possiamo esserne sicuri”.

SBARRE – Uno degli operai morti ha tentato di mettersi in salvo rompendo il vetro di una finestra del capannone ma ha trovato delle sbarre di ferro a bloccare la via di fuga. Il suo corpo è stato trovato nell’unica parte del soppalco dove c’erano i “loculi” che non è crollata. L’uomo è stato trovato con un braccio fuori dalla finestra, tra le sbarre dell’inferriata. Gli altri cadaveri sono stati recuperati tra le macerie del soppalco crollato. Tutti i resti, compreso quelli ancora non identificati sono già stati portati a medicina legale.

I LOCULI – I cosiddetti “loculi”, che facevano da dormitorio della fabbrica pratese – sopraelevati e costruiti in cartongesso ma anche in semplice cartone per dividere i diversi ambienti – erano tutti disposti in fila lungo una parete del capannone. La struttura, raggiungibile probabilmente con una scala, era realizzata nella porzione di capannone occupato dall’azienda: il capannone andato a fuoco ospitava, infatti, anche altre ditte.

L'INCENDIO A PRATO: LE PRIME NOTIZIE POI LE PRIME VITTIME

CAUSE, PRIME IPOTESI – Non è escluso che per riscaldare il dormitorio ci fosse una stufa elettrica, anche tenuto conto delle temperature basse di questi giorni, o che possa essere stata un sigaretta spenta male ad innescare il rogo, anche se sulle cause ancora nessuno si pronuncia. Non sarebbero state trovate bombole di gas gpl. La ditta era specializzata nel pronto moda: la lavorazione non avveniva quindi con macchine tessili la utilizzava tessuti sintetici e cellophane per confezionare gli abiti, tutti materiali che hanno facilitato il propagarsi delle fiamme.

IL MINISTRO “Il mio pensiero è per la tragedia di Prato. Grave la violazione della dignità umana dei lavoratori”. Così il ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, interviene, con un tweet, su quanto avvenuto a Prato.

ROSSI – “Quella della fabbrica bruciata a Prato è una vera tragedia”, ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, giunto sul luogo della tragedia insieme al sindaco Roberto Cennni e ad Adriano Sofri. E ancora: “Prima di tutto ho espresso la solidarietà ai familiari delle vittime e alla comunità cinese. Queste imprese sono spesso soggette al racket della criminalità cinese, quindi sono esse stesse sfruttate e spremute. E spesso si lavora in condizioni disumane. Serve un vero piano che vada oltre i controlli che pure ci sono. Penso ad un Piano di carattere strutturale di riqualificazione che metta in campo anche rapporti di collaborazione, per capire come si combatte la criminalità, come si fa a fare emergere questo asset industriale che può essere propositivo e positivo. Questa è l’area di lavoro nero più estesa del centro-nord e probabilmente dell’Europa. Le imprese che qui lavorano non fanno concorrenza sleale agli italiani perché producono abiti, quelli che poi ritroviamo nei nostri negozi a prezzi bassissimi: li producono di notte, 'just in time' per farceli trovare nei negozi di tutta Europa”.

IL PRIMO SOCCORRITORE: "SENTIVO URLARE LE PERSONE INTRAPPOLATE" | VIDEO

LUTTO CITTADINO“Il lutto cittadino è il minimo che si possa fare di fronte alla tragedia avvenuta al Macrolotto. Bisogna fare ben altro e non solo limitarsi a commemorare chi ha perso la vita, cosa che certamente sarà fatta, ma impegnarsi ancora di più per evitare che questo accada di nuovo”. Sono queste le parole postate su facebook dal sindaco di Prato Riberto Cenni. “Perciò – scrive ancora il sindaco – per primi, 4 anni fa abbiamo alzato il velo su questa vergogna radicata a Prato nel silenzio di troppi. Sono in contatto con il ministro dell’Interno perché Prato ha necessità che venga messa in atto una soluzione che estingua il sistema organizzato di illegalità nel distretto parallelo, che vede nella promiscuità tra lavoro e residenza con abusi edilizi una pericolosissima costante. In 200 metri quadrati – conclude Cenni – ci sono stati tanti morti quanti alla Thyssen e a Prato ci sono ancora oggi, nonostante il lavoro di questi anni, migliaia di situazioni potenzialmente drammatiche come questa. Prato non può più sopportare un peso del genere”.

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