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Cronaca

Poste, presidio contro chiusura Cmp Sesto Fiorentino: 850 posti a rischio

Mercoledì 28 ottobre la Cgil in piazza contro il "ridimensionamento voluto dall'azienda"

Un presidio dei lavoratori contro la riduzione degli uffici postali che “comporterebbero la marginalizzazione di Sesto Fiorentino”. Ad indirlo per mercoledì 28 ottobre dalle 12 alle 14 davanti alla Coop di Sesto Fiorentino sono i lavoratori delle poste “per dire no al declino, no a soluzione assistenzialistiche, sì ad un credibile futuro produttivo ed occupazionale del Centro di meccanizzazione postale di Sesto Fiorentino a tutela dell'occupazione ed al servizio del sistema produttivo della Toscana”.

Le riduzioni, secondo la Cgil, arrivano a fronte di “un utile netto di 435 milioni di euro”. “Il Cmp di Sesto Fiorentino occupa attualmente circa 650 persone (fra full time e part time) cui si aggiunge un cospicuo indotto occupazionale (pulizie, manutenzione, mensa, vigilanza, accollatari, trasporti, ecc.) pari a circa 200 addetti per un totale di oltre 850 lavoratori che fanno del Cmp di Sesto Fiorentino il più grosso sito industriale postale della Toscana”.

“Il piano industriale che l'Ad Caio ha presentato il 24 giugno scorso  - spiegano dal sindacato - prevede una riduzione del numero dei Cmp presenti in Italia, che pertanto passerebbero dagli attuali 16 a 10 e con il Cmp di Firenze che, in virtù di tale scelta, verrebbe declassato di 2 posizioni e trasformato in semplice Cp entro il 2017 con un evidente esubero di personale che, in uno scenario caratterizzato da prospettive di ulteriore calo dei volumi di corrispondenza, disegnerebbe un futuro di ulteriore ed irreversibile declino e marginalizzazione del sito di Sesto Fiorentino con conseguente perdita degli attuali 850 posti di lavoro.

“Riteniamo ci siano tutte le condizioni, da quelle infrastrutturali e logistiche a quelle professionali - sottolinea la Rsu Poste - per sovvertire questo scenario di ulteriore quanto inaccettabile depauperamento produttivo ed occupazionale della nostra Regione. Una alternativa da perseguire non aprendo una sbagliata quanto inutile disputa territoriale (Firenze sì, Bologna no) quanto invece rivendicando un ruolo cardine del sito di Sesto Fiorentino nel piano industriale di Poste Italiane, anche riorientandone l'attività, tale da dare allo stesso un futuro credibile al servizio della nostra Regione e del nostro Paese”.

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