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Cronaca

Pecorino Toscano: se le pecore sono "felici" e ben nutrite, il formaggio è migliore

Il Consorzio per il Pecorino Toscano Dop ha commissionato uno studio: "Esiste una forte correlazione tra la qualità della vita e dell'alimentazione degli animali e la qualità del formaggio prodotto"

Esiste una stretta correlazione tra qualità del latte e modalità di allevamento delle pecore. E’ quanto emerge da alcuni studi, commissionati dal Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP, alle Università di Pisa, Parma e Firenze e alla Scuola Superiore di Studi Sant’Anna di Pisa. Le ricerche sono state sollecitate dal Consorzio per capire se si potevano trasferire nella filiera produttiva del Pecorino Toscano DOP innovazioni tecnico scientifiche in grado di migliorare il prodotto, garantendo al contempo il benessere degli animali.

"Più la pecora mangia bene e sta all’aperto, maggiore è la qualità del Pecorino Toscano DOP", spiegano dal Consorzio. "Gli studi dimostrano che una pecora allevata con un sistema semi-estensivo, principalmente su prato-pascolo, come accade in Toscana, produce un latte qualitativamente migliore, che va ad incidere sulle caratteristiche nutrizionali del Pecorino"

Un altro aspetto sottolineato dallo studio, commissionato, come detto, dallo stesso Consorzio, riguarda i mangimi. "Sulla qualità finale del Pecorino incide anche l'alimentazione delle pecore, per esempio attraverso l’utilizzo di oli vegetali e semi oleosi per la i mangimi. Anche fuori dal periodo di pascolo si può tenere alto il livello di qualità dell'alimentazione delle pecore utilizzando fonti di grasso vegetale come materie prime del mangime, in particolare semi di lino e olio di soia. Un’integrazione che può arrivare a un incremento dei grassi ‘buoni’ fino al 200 per cento e a una riduzione della frazione negativa fino al 25 per cento".

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