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Cronaca Vaglia / Via Vicinale Paterno

Paterno paesaggio toscano, cava deserta attende bonifica - Foto -

Di ritorno da una gita fuori porta, abbiamo respirato l'aria pulita dell'inquinamento toscano

Ultimo giorno di agosto. A 15 minuti da Firenze, attraversando le verdi colline del Mugello si passa anche per la Cava di Paterno, praticamente sulla strada che la divide dal vicino torrente diretto alla Sieve. Un sito che avrebbe potuto ospitare una discarica autorizzata di amianto e che invece è stato oggetto di sequestro e controlli che hanno evidenziato lo smaltimento di sostanze inquinanti.
Il cielo è quello dell'estate che incontra settembre, qualche nuvola tra il verde e l'azzurro, mentre c'è chi cammina bastone alla mano lungo le strade di bassa montagna.
Questo accade nella Toscana che litiga a fine agosto sul paesaggio da preservare e sul territorio da restituire all'agricoltura. Vigneti sì, vigneti no.
 
A pochi metri dal Parco di Pratolino, sotto lo sguardo severo del Gigante dell'Appennino si respira l'aria buona.

Possibile che il sito inquinante abbia trascorso l'estate nel totale abbandono e sia ancora deserto e in attesa di un futuro migliore? Sulle recinzioni giacciono appesi gli striscioni del Comitato di zona e degli ambientalisti "No alla discarica". Il tutto appare dietro al cartello stradale che indica la località "Paterno - frazione di Vaglia" lì dove alcuni scrivono "Benvenuti" mentre altri indicano i prodotti tipici, eventuali gemellaggi, praticamente un biglietto da visita.

Paterno ex Cava Agosto 2014

Il Comitato Ambientale di Vaglia ha espresso "Viva soddisfazione per la presa di posizione assunta dalla Regione Toscana con Annarita Bramerini, assessore all'ambiente che ha definito "inopportuno" l’utilizzo del sito come discarica autorizzata di amianto od altri rifiuti" auspicandone "la messa in sicurezza e la bonifica dell’area". 
Ancora nulla di fatto però. Se non fosse per gli striscioni si vedrebbe solo un residuato di architettura industriale, non meglio descritto.

La storia recente. 
Nel febbraio 2014 l'ex Cava Calce Paterno a Vaglia è stata oggetto di una operazione congiunta, su mandato dell'Autorità Giudiziaria, del Corpo Forestale dello Stato, dell'Agenzia delle Entrate e di ARPAT, per il contrasto al traffico illecito dei rifiuti.
A luglio il Corpo Forestale dello Stato con ARPAT e Protezione Civile hanno rinvenuto rifiuti irregolarmente interrati nell'area e sono stati disposti accertamenti analitici.
Accertamenti che hanno permesso di evidenziare la presenza significativa di idorcarburi e metalli pesanti, fra i quali Cromo, Cromo esavalente, Nichel e Piombo. 
"Il contenuto rilevato ha permesso di confermare che si trattava di rifiuti speciali, anche se non classificabili come pericolosi" è la relazione di Arpat che però aggiunge "Vista la presenza significativa di metalli pesanti e di Idrocarburi è stata ribadita al Comune la necessità che sia provveduto al più presto all’allontanamento e/o messa in sicurezza dei rifiuti medesimi".

Acque. Già ad aprile 2014 sono stati effettuati prelievi lungo i torrenti Cerretana, Carza e Carzola, a monte e a valle. I risultati non hanno evidenziato valori anomali né variazioni significative nella qualità delle acque tra i punti di monte e quelli di valle.
Il 4 agosto 2014, tecnici del Dipartimento ARPAT di Firenze hanno provveduto a prelevare a scopo di indagine campioni di acqua sotterranea da tre pozzi in uso nella zona in questione. La scelta di tali pozzi è stata concordata con il Comune di Vaglia come significativi per l’indagine sull’area.
Anche in questo caso nessun valore superiore alla Concentrazione Soglia di Contaminazione.

"Sulla base dei risultati ottenuti fino ad ora sui rifiuti e sulle acque sotterranee, pur ribadendo al Comune la necessità che i rifiuti rinvenuti siano messi in sicurezza e/o rimossi al più presto, non sembra che gli inquinanti rilevati abbiano avuto una mobilità tale da creare potenziali contaminazioni all'esterno del sito, tenuto anche conto dello stato relativamente protetto in cui giacciono parte dei rifiuti, e del lungo periodo di tempo trascorso dal momento della loro collocazione nell'area".

Su un aspetto istituzioni, controlli e residenti sembrano essere tutti d'accordo: occorre restituire il territorio alla natura, e bisogna farlo al più presto.

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