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Cronaca Tavarnelle Val di Pesa

Parkour, camminare nel vuoto nel Chianti. La storia di Marius

"All'inizio non sapevo nemmeno che avesse un nome quello che facevo, l'unica cosa che sapevo era che cercare di superare gli ostacoli mi rendeva libero"

Un ragazzo e la sua sfida, vincere il vuoto mettendosi alla prova, spingendo il suo corpo al limite. Marius Ionut Balan è un 24enne romeno che da otto anni vive a San Donato in Poggio, frazione di Tavarnelle in Val di Pesa, e pratica uno sport molto pericoloso che fino a qualche anno fa era sconosciuto: il "parkour".

Il parkour è una disciplina nata in Francia agli inizi degli anni '90 con lo scopo di formare il corpo per riuscire a eseguire un percorso superando qualsiasi ostacolo, naturale o cittadino, con la maggior efficienza fisica.

Era il 25 novembre del 2015 quando Marius armato di molto coraggio si è recato in piazza Leon Alberti a Firenze per camminare, letteralmente in mezzo al vuoto, senza corde o altre protezioni, sulla struttura del parcheggio accanto al Burger King. Un video adrenalinico quello che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, molti gli amici che nei commenti lo hanno definito "pazzo" per quel gesto così estremo. 

Come ti sei avvicinato a questo sport, a che età hai iniziato?

"Quando ho iniziato avevo 11 anni. All'inizio non sapevo nemmeno che avesse un nome quello che facevo, l'unica cosa che sapevo era che cercare di superare gli ostacoli mi rendeva libero. E' una sensazione bellissima, mi metto alla prova, mi fa stare bene con me stesso". 

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Ti sei mai allenato in gruppo in Romania?

"No, sono sempre stato molto solitario, però quando vivevo a Bucarest c'erano dei "free runners" di qualche anno più grandi di me. Cercavo in tutti i modi di impressionarli per poter entrare nel loro gruppo e potermi allenare con loro, ma non mi volevano. Poi hanno cambiato idea, io però mi sono dovuto trasferire. In Italia non conoscendo nessuno i primi mesi andavo in giro da solo, alcuni mi guardavano come se fossi pazzo".

Ti hanno preso in giro?

"Alcuni anziani e ragazzi mi dicevano si smettere, che mi sarei fatto male, che era stupido quello che facevo. Allo stesso tempo però qualche bambino era interessato e voleva imparare, ma è una responsabilità troppo grande insegnare questo sport a qualcuno, soprattutto per strada".

Dove pratichi il parkour qui in Italia?

"Giro un po' per la Toscana, Firenze, Siena ma soprattutto a Poggibonsi perchè c'è un sottopassaggio perfetto: con molte scalinate, ostacoli, muretti".

Hai avuto paura mentre filmavi la tua camminata in mezzo al nulla?

"Diciamo che ho testato i mei limiti, non so se lo rifarei. Vado sempre da solo quando devo fare un video, nessuno lo sa perché non voglio che amici e famiglia si preoccupino. Non voglio che le paure degli altri mi limitino, io so cosa posso e non posso fare".

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A Firenze c'è una scuola di parkour la ADD Accademy, hai mai partecipato alle loro lezioni?

"Sì, una volta volevo provare, ma erano al completo. E poi non avevo i soldi per poter fare molte lezioni. I soldi purtroppo condizionano molto: se non hai abbastanza denaro non puoi fare uno sport, ma io ho continuato da solo".

Anche ora non hai nessuno con cui ti alleni?

"No, da circa tre anni mi alleno con un altro ragazzo rumeno. Ci troviamo ogni tanto in sala pesi, a volte usciamo insieme. Abbiamo anche fatto alcune esibizioni, ad esempio ad una festa a San Casciano facevamo i giullari".

Saresti interessato a trasformare questa passione in un lavoro?

"Per ora no. Adesso lavoro in un'azienda agricola. E' troppo presto per fare l'insegnante e poi non è semplice insegnare questo sport, non tutti lo possono fare non tanto a livello fisico, ma a livello mentale. C'è bisogno di molta concentrazione, non è qualcosa che si fa per ricevere mi piace su Facebook. E' un bene che ci siano scuole dove si può imparare, ma si deve prestare molta attenzione".

Questo è uno sport rischioso, ti sei mai fatto davvero male?

"Fortunatamente no, sono caduto alcune volte ma mai nulla di grave. Come ho già detto l'importante è non superare mai i propri limiti. Mi dispiace molto per quei ragazzi che sono morti praticando il parkour, sono cose che non dovrebbero succedere".

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