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Cronaca

Coronavirus: palestre chiuse o allenamenti a distanza di almeno un metro

Alcune strutture cittadine hanno chiuso in via precauzionale. I "big" adottano le indicazioni per continuare a mantenere il servizio

In attesa del picco dell'epidemia da Coronavirus prevista per inizio aprile, a Firenze come in tutta Italia ormai sono chiusi i musei, i teatri, in generale i luoghi in cui si crea, fisiologicamente, un assembramento di persone. E le palestre? Una domanda che moltissimi fiorentini si sono fatti in questi giorni, sui social e sulle chat. Adesso è arrivata la risposta ufficiale del Comune: sì, le palestre possono restare aperte, osservando una serie di misure di sicurezza come, ad esempio, il mantenimento della distanza di almeno un metro tra persone.

Non tutte le palestre fiorentine, tuttavia, hanno deciso di proseguire l'attività in queste condizioni. Alcune, senza attendere disposizioni istituzionali, hanno autonomamente deciso di chiudere, in via precauzionale. Altre invece si sono organizzate e hanno deciso di rimanere aperte.

La Virgin, ad esempio. “Grazie agli spazi molto ampi che possiamo sfruttare, abbiamo potuto distanziare i clienti durante le sessioni di allenamento”. “Così abbiamo anche potuto mantenere la frequenza dei corsi, sebbene sia stata ridotto il numero di partecipanti ad alcune classi”.  Inoltre sono state applicate precise regole per la corsa sui tapis roulant: la corsa è stata consentita su un tapis roulant ogni due. Per un'ulteriore cautela, infine gli attrezzi e le postazioni vengono sanificate dopo ogni utilizzo.

 "Certamente la palestra è una sede di grande aggregazione - ha spiegato Massimo Andreoni, professore ordinario di malattie infettive dell'università romana 'Tor Vergata' al Sole 24Ore -. Se è vero che il virus si tramette attraverso la saliva, tossendo e starnutendo a una distanza inferiore a un metro e mezzo, un rischio analogo, anzi anche più elevato, lo si potrebbe correre alla cassa di un supermercato o in fila alla posta, o al cinema in attesa di acquistare il biglietto per un film".

Inutile rinunciare a quel momento di relax tra tapis roulant, cyclette, panche per addominali e bilancieri. Basta ricorrere a comportamenti di igiene personale adeguati. Anche perchè "il virus al di fuori delle cellule vive pochissimo - spiega Andreoni -. Perché scatti eventualmente il contagio, è necessario che la sequenza in due fasi (la saliva si deposita su un oggetto e lo contamina, la persona sana prende l’oggetto e si mette le mani in bocca) avvenga in tempi molto stretti". Niente mani in bocca e lavarsi bene le mani, quindi. 

Anche la Klab, con le sue tre strutture, è rimasta aperta. “Noi andiamo avanti, abbiamo preso tutte le misure del caso per ottemperare al decreto governativo dello scorso 4 marzo” spiega Laura. “La diminuzione delle presenze è innegabile- sostiene – ma non c'è stato alcun crollo. La flessione, da noi, si è sentita più nel centro di Prato che in quelli del centro fiorentino e di Marignolle”.

La Klab insomma non si è fatta accogliere impreparata: “Abbiamo mandato una prima comunicazione ai soci lo scorso 24 febbraio, spiegando che avremmo quadruplicato gli interventi di sanificazione e potenziato quelli di aerazione” aggiunge Laura.

In sintesi, nelle sale corsi “gli istruttori invitano a mantenere un metro di distanza, fino alla capienza massima. Per questo chiediamo comprensione, nel caso qualcuno non riesca a partecipare alle lezioni”.

In sala attrezzi, come per le sale corsi, gli istruttori inviteranno a mantenere la distanza, facilitando la gestione dell'allenamento e l'uso delle attrezzature. In piscina, infine, “la capienza massima di tutte le vasche di Marignolle e Prato copre abbondantemente il limite di distanza richiesto dal decreto” spiega Laura.

“Visto che i nuotatori sono costantemente in movimento, posizioneremo intorno al perimetro delle vasche delle segnalazioni a distanza di un metro l’una dall’altra, così da gestire al meglio gli spazi” conclude.

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